CANALE D'AGORDO (BELLUNO) - L’apicoltore canalino Mirco Tancon premiato nell’ambito del concorso nazionale “3 gocce d’oro” che si tiene a San...
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«Finalmente dopo tre presenze a questo premio, ho ottenuto il risultato nel quale speravo da tempo - spiega Mirco Tancon -. Un risultato che premia l’impegno profuso e che sottolinea la qualità dell’ambiente. Questo miele è prodotto in valle di Gares tra un’altitudine che spazia da 1300 ai 200 metri dove c’è una grande vastità e specie di fiori di notevole interesse che contribuiscono a conferire quelle particolari proprietà organolettiche che fanno la differenza»
La storia di Tancon si innesta in una dinastia di apicoltori. Infatti entrambi i nonni: Giuseppe Cagnati e Nello Tancon erano apicoltori di fama e il papà Elio lo è ancora e continua a dare una mano a Mirco nel proseguo di questa sua passione e attività che Mirco condivide con la sua prima attività di responsabile dell’area tecnica dello Ski Area San Pellegrino. Una passione che parte nel 2010 e che in questi 13 anni lo ha portato a creare il marchio “Dolomiele” che contraddistingue la sua produzione di nicchia con soli 600 chili l’anno ricavati dalle 25 colonie di api.
«E’ una produzione di nicchia la mia - spiega Mirco - proprio perché se si vuole fare un miele buono e genuino è necessario seguirlo in maniera particolare nel corso della sua filiera produttiva e purtroppo il tempo è quello che è. Devo dire comunque che imparato molto da mio padre e ho cercato di ricostruire la storia come apicoltore di mio nonno Giuseppe Cagnati, che fu tra i primi produttori di miele di un certo livello qui a Canale, in quanto aveva imparato questa professione negli Stati Uniti, paese nel quale era andato emigrante per lavorare. Li aveva imparato molto bene l’arte dell’apicultura e quando rientrò in Italia portò con se queste tecniche innovative. Ho trovato ancora alcuni contenitori particolari con i quali commerciava il suo miele - spiega Mirco - e la sorpresa è stata grande nello scoprire che erano di cartone. Oggi sembra ridicolo poter mettere del miele che solitamente è liquido in un recipiente di cartone ed invece a quel tempo si lasciava che solidificasse e poi si tagliava a pezzi. All’epoca non era facile reperire vasi in vetro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino