Preghiera anti-autonomia nelle messe di Treviso. La Lega insorge: «È una contraddizione»

Messa nella Diocesi di Treviso (foto d'archivio)
TREVISO - «Preghiamo affinché i popoli della terra non cedano alla tentazione dell'autonomismo e dei piccoli interessi locali». Fa discutere la preghiera...

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TREVISO - «Preghiamo affinché i popoli della terra non cedano alla tentazione dell'autonomismo e dei piccoli interessi locali». Fa discutere la preghiera dei fedeli proposta dalla Diocesi di Treviso per la messa domenicale. Dal Vescovo un "no comment" ma alcuni esponenti della Lega accusano. «Chiedere di pregare contro l'autonomismo non è solo un'ingerenza, ma una contraddizione. La Chiesa è autonoma da duemila anni».


Nelle intenzioni della Messa domenicale diffuse sui fogli parrocchiali di tutta la Diocesi di Treviso, accanto alle preghiere condivise a livello nazionale, ne appare una proposta dalle singole diocesi. Ecco quella diffusa nella Marca: «I popoli della terra non cedano alla tentazione dell'autonomismo e dei piccoli interessi locali, ma sappiano rimanere in dialogo tra loro per costruire percorsi di giustizia e di pace».


Il testo viene ripreso dallo storico e rappresentante dell'associazione Veneti nel mondo Ettore Beggiato. «Fermo restando che bisogna accertare la provenienza del foglio parrocchiale, non voglio sparare nel mucchio. Ho parlato con un amico prete che si è un po' sfilato rispetto alla cosa. Ma resta l'assurdità di questa posizione». Beggiato ritiene che la richiesta di pregare contro l'autonomia sia quantomeno stridente. «La Chiesa anche con alcune encicliche di Giovanni Paolo II ha sempre sottolineato il valore della sussidiarietà e dell'autonomia. Ci troviamo davanti ad una posizione antistorica che non capisco. Ricordo alla Diocesi che è prevista dalla Costituzione: così si invitano i fedeli a pregare contro una cosa sacrosanta e legittima. Spero sia stata una svista».


PADRI COSTITUENTI

Non in polemica ma con l'obiettivo di aprire una riflessione, Marzio Favero, filosofo e consigliere regionale del Carroccio nonché ex sindaco di Montebelluna, eccepisce l'incongruenza storica del testo. «Qualunque genitore nella sua opera educativa spera di portare i figli ad essere autonomi, non come premessa di egoismo, ma come processo di maturazione - rileva -. Similmente il pensiero sociale della Chiesa ha sempre fatto leva sull'autonomia dei popoli e delle nazioni. Pensiamo alla lezione morale di un grande sacerdote come don Sturzo, che all'inizio del Novecento spiegava quanto fosse importante per l'Italia avere un sistema federale e autonomistico. Ricordo anche che Emilio Lussu, uno dei nostri padri costituenti, si adoperò per dare all'Italia una costituzione regionalista e autonomista, contro ogni forma di centralismo autoritario. Lo stesso Einaudi negli anni 50 invitava le nazioni europee a pensare ad un sistema di autonomie inquadrate in una costituzione federale dell'Europa. La vera concordia si costruisce nel rispetto reciproco attraverso la via del federalismo: questa la premessa che ha ispirato Altiero Spinelli fondatore del movimento europeista». Favero ritiene che il dialogo non possa esistere se si annientano le identità e l'autonomia.

«Se è vera questa notizia - aggiunge - sarebbe assai triste. Personalmente mi pare un passaggio particolarmente infelice». Favero ne rivela anche la contraddizione. «Provengo da Onè di Fonte e non posso dimenticare il collegio degli Omi, missionari che hanno speso la propria vita per aiutare le comunità locali a crescere acquisendo autonomia».


Sul punto interviene anche il consigliere di Treviso Riccardo Barbisan (Lega). «Nella preghiera dei fedeli di oggi la chiesa di Treviso fa pregare i credenti contro l'autonomismo - spiega -. Io ci resto un po' male perché ho sempre pensato che il modello di autonomia sviluppato dalle chiese locali (diocesi) nei confronti della chiesa universale che tutte insieme la compongono potesse essere fonte di ispirazione anche per le istituzioni secolari. A me basterebbe che la mia regione avesse l'autonomia che la mia diocesi ha nell'amministrare beni e finanze nei confronti della Chiesa universale».
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Il Gazzettino