TREVISO - Una settimana fa il ricovero: il cuore malandato aveva ricominciato a fare i capricci. Mercoledì il trasferimento d'urgenza in terapia intensiva. Ieri, la...
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DOLORE
«L'ho sentito l'ultima volta martedì - ricorda Stefano Burlini, segretario della Lega di Preganziol - mi ha risposto al telefono ed era affaticato. L'ho richiamato mercoledì, ma il telefono ha suonato a vuoto. Poi mi hanno detto che era stato portato in terapia intensiva. Ho subito immaginato che fosse qualcosa di grave. E mi sono preoccupato ancora di più quando ho saputo dell'infezione. Povero Gino, per noi era un punto di riferimento. È stato l'anima della Lega. Sempre presente e attivissimo, lascia un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto. La sezione di Preganziol si stringe alla famiglia in questo momento così drammatico e doloroso». Anche il sindaco Paolo Galeano è rimasto molto colpito dalla scomparsa: «Quando in paese incontravi un gazebo con la bandiera della Lega potevi essere certo che lo aveva montato lui e che lui lo avrebbe smontato - ricorda - mi unisco al cordoglio di tutti e mi stringo alla famiglia. Gino ha sempre partecipato attivamente alla vita pubblica, è stato un motore importante della nostra comunità, una persona positiva. Politicamente era un avversario con cui è stato bello confrontarsi. Ma la differenza politica è indubbiamente l'ultimo dei miei pensieri. Ci mancherà molto».
PASSIONE
Gino Pillon è nato a Casier. Nella vita ha fatto l'operaio e il camionista: tanti lavori, tanta voglia di fare. Poi il colpo di fulmine non tanto per la politica, quanto per la Lega. In più di vent'anni è diventato un portabandiera del Carroccio: «Un militante esempio per tutti, per attaccamento ai valori del partito e al suo territorio - lo ricorda Riccardo Barbisan consigliere regionale e capogruppo della Lega a Treviso - ha amato la Lega e Preganziol fino all'ultimo istante. Ha sempre incoraggiato tutti a proseguire l'avventura politica anche quando non era facile. Appassionato e vero. Sarà impossibile dimenticarlo». Nelle ultime elezioni si è speso per Valeria Salvati. Nonostante l'età e la salute ballerina, ha organizzato incontri gazebo, appuntamenti. Come si dice in gergo ha tirato la volata alla candidata sindaco, anche se poi le urne hanno dato un responso del tutto diverso. Per un certo periodo è stato anche segretario della sezione di Preganziol del Carroccio. Anche qui si è dedicato anima e corpo, ma tutti lo ricordano con un uomo pratico, uno che la politica la viveva nel territorio, a stretto contatto con la gente. Da Luca Zaia a Gian Paolo Gobbo, tanti big della Lega trevigiana lo conoscevano e ne apprezzavano le doti di grande lavoratore. Anche per questo l'aggravarsi della malattia, con l'aggiunta dell'infezione di Coronavirus, e il decesso hanno creato un grande vuoto. Ieri i messaggi di cordoglio per ricordarlo si sono sprecati. Gino lascia la moglie Bruna, il figlio Stefano, la nuora Stefania, i nipoti Vittoria e Francesco. In tempo di Coronavirus non si può nemmeno parlare di funerale: a ieri la cerimonia di sepoltura, ristretta ai soli familiari, non era ancora stata fissata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino