Infarto in casa dopo le dimissioni: addio a Mister Visonà

Claudo Visonà
PREGANZIOL Faceva fatica a respirare e per questo, a inizio gennaio, era stato ricoverato in ospedale. Negativo al Covid, era stato curato per un enfisema polmonare e...

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PREGANZIOL Faceva fatica a respirare e per questo, a inizio gennaio, era stato ricoverato in ospedale. Negativo al Covid, era stato curato per un enfisema polmonare e successivamente, trasferito in cardiologia, per alcuni problemi di cuore. Ma a pochi giorni dalle dimissioni, avvenute un paio di settimane fa, era risultato positivo al Coronavirus. «È stato contagiato dal compagno di stanza, che a differenza sua era risultato positivo» spiegano i familiari di Claudio Visonà, 80 anni, ex giocatore di pallacanestro negli anni Sessanta con la Liberti di Buzzavo e De Longhi e volto noto della palla a spicchi trevigiana come allenatore di diverse squadre di basket giovanili e Csi. Visonà si è spento mercoledì pomeriggio nella sua abitazione di San Trovaso. «È stato colto nel sonno da un arresto cardiaco. Il 118 non ha potuto fare nulla - racconta il figlio Marco -. Aveva problemi di salute, questo è vero, ma era ancora positivo e proprio ieri si sarebbe dovuto sottoporre al tampone di verifica. Mi domando come mai un ottantenne a rischio, viste le sue patologie, sia stato mandato a casa».


LE DIMISSIONI

Visonà era stato dimesso a fine gennaio dopo 20 giorni di ricovero. L'enfisema e i problemi cardiaci sembravano superati. Ma è a quel punto che il Covid19 si è insidiato in un quadro clinico già precario. «È entrato che non ce l'aveva, ed è uscito con questo ulteriore problema - sottolinea la famiglia -. Non vogliamo incolpare nessuno, né fare polemiche. Claudio aveva dei problemi di salute, era anziano, ma non possiamo non chiederci come sarebbe andata se non fosse stato dimesso, visto che era rimasto contagiato. Che senso ha svuotare le stanze, dimezzare i ricoveri, se poi si muore in casa»? 


LA PALLA A SPICCHI

Claudio Visonà aveva lavorato per anni come disegnatore meccanico per l'Enel. Progettava i tralicci dell'alta tensione. Ma la sua grande passione era la pallacanestro. Sport che aveva praticato in gioventù indossando la prestigiosa canotta della Liberti Treviso, su cui si fonda anche la storia sportiva della Benetton basket, per poi tornare sul parquet alcuni anni dopo, nel ruolo di allenatore. Un amore per il basket condiviso con il figlio Marco, che negli anni passati nei palazzetti di tutta la provincia ha ereditato non solo le conoscenze tecniche sportive del papà, ma pure il soprannome, quello di Mister. «Adorava insegnare questo sport meraviglioso ai giovani, dai bambini del minibasket ai ragazzi delle squadre cadetti e juniores». Quinto, Casier, Monastier alcune delle panchine su cui ha seduto negli anni prima di approdare in Csi, coi Vasconiani, diventati per lui e per il figlio Marco, nel tempo, una seconda famiglia. Oltre a Marco, Claudio Visonà lascia il figlio maggiore Nicola e l'amata moglie Maria. Centinaia i messaggi di cordoglio apparsi ieri su Facebook lasciati da amici, parenti e soprattutto da ex giocatori. «L'ho stimato sotto tutti i punti di vista - scrive un amico, Massimo -, un faro, quasi un secondo papà per me in palestra»! (a.belt)
 

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Il Gazzettino