PORDENONE - "Bella ciao", la canzone partigiana divenuta un "inno" della Resistenza, scatena una bufera sul 25 Aprile di Pordenone. La richiesta dell’Anpi di inserire la...
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Tanto che la Prefettura avrebbe confermato per la manifestazione il programma dell’anno scorso: "Bella ciao" non sarà eseguita dalla Banda cittadina durante la celebrazione nella piazza ma solo successivamente, durante il corteo che si sposterà in un’altra zona della città per la deposizione delle corone ai martiri della Resistenza. Una mediazione che però all’Anpi non è piaciuta poiché suona come un divieto e un non riconoscimento delle "note partigiane" in maniera ufficiale.
Le prime difficoltà alla richiesta dell’Associazione dei partigiani erano emerse nel corso dell’incontro annuale del Comitato organizzatore della giornata in Provincia. In quell’occasione il rappresentate della Prefettura, a fronte della richiesta dell’Anpi, si sarebbe riservato di dare una risposta definitiva. Qualche giorno dopo un nuovo ostacolo. Durante il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica - di cui fanno parte istituzioni e forze dell’ordine - in Prefettura il presidente della Provincia Alessandro Ciriani (uomo di centrodestra che per altro ha annunciato la sua assenza, delegando il vice Eligio Grizzo, per evitare contestazione) avrebbe mostrato contrarietà all’intonazione di "Bella ciao" in piazza nel momento centrale della celebrazione al posto della Canzone del Piave che rievoca le gesta e commemora i caduti della Prima guerra mondiale.
Sarebbero state accampate motivazioni di ordine pubblico legate alla presenza nella piazza di gruppi anarchici e del comitato anti-fascista.
«È pretestuoso - sostiene Giuseppe Mariuz, presidente dell’Anpi provinciale - sollevare motivi di ordine pubblico. Abbiamo fatto presente alla prefettura che probabilmente il non eseguire la canzone in piazza potrebbe comportare qualche problema a causa della presenza di gruppi pronti a contestare».
E vista la situazione è probabile che più di qualcuno intoni provocatoriamente le note del brano partigiano.
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Il Gazzettino