Ammanco di 95mila euro in Prefettura: funzionaria nei guai, setacciato il conto corrente

L'ingresso della Prefettura
PADOVA - L’ammanco nelle casse della Prefettura sarebbe di 95 mila euro. Tutti soldi spariti nell’arco del 2019. Un buco nel bilancio attribuito ad una funzionaria...

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PADOVA - L’ammanco nelle casse della Prefettura sarebbe di 95 mila euro. Tutti soldi spariti nell’arco del 2019. Un buco nel bilancio attribuito ad una funzionaria economica  di 58 anni. È finita iscritta nel registro degli indagati, per il reato di peculato, Emanuela De Gregorio. La segnalazione alla Procura era stata effettuata dallo stesso prefetto Renato Franceschelli e dal vicario Raffaele Ricciardi.

La pm Maria D’Arpa ha aperto un fascicolo e un paio di giorni fa gli uomini della polizia giudiziaria del palazzo di giustizia hanno chiuso le indagini.  Secondo l’accusa la funzionaria si sarebbe intascata, senza averne alcun diritto, la percentuale di denaro destinata per legge ai Rup (responsabile unico del procedimento), quando procedono ad assegnare un appalto sempre per lavori destinati alla pubblica amministrazione. In questo caso, ancora per l’accusa, la donna all’interno della Prefettura non avrebbe mai ricoperto il ruolo di Rup appropriandosi nell’arco del 2019 della somma di 95 mila euro. Ad accorgersi dell’ammanco è stato l’Ufficio verifiche contabili di palazzo Santo Stefano. Il prefetto subito avvisato del problema, in poco tempo ha girato una segnalazione in Procura. 


Gli inquirenti, scattate le indagini, hanno passato al setaccio il conto corrente dell’indagata. Il primo bonifico saltato agli occhi degli investigatori è stato di 4 mila euro. Poi ne sono seguiti altri da 20 mila euro e anche da 30 mila euro. In una occasione la funzionaria, ancora secondo l’accusa, avrebbe versato nel conto corrente bancario del marito diecimila euro. Il compagno non è iscritto nel registro degli indagati.

La 58enne per un fatto simile, quando tra il 2005 e il 2008 ricopriva il ruolo di direttore amministrativo contabile della questura di Padova, era già stata indagata. In quella occasione il tutto si risolse in una bolla di sapone, e il caso venne archiviato. Adesso sarà il pubblico ministero, dopo avere studiato tutti gli atti di indagine, se chiedere il rinvio a giudizio o meno della funzionaria. 


Era l’aprile del 2016 quando la commissione prefettizia composta dal presidente e viceprefetto Aldo Luciano, Emanuela De Gregorio, Valeria Gaspari, Mauro Tognazzo e Tiziana Quintario si era riunita per aprire le buste con l’offerta economica relativa al bando per l’accoglienza dei profughi. Nell’occasione a vincere, per mancanza di avversari, è stata la cooperativa “Ecofficina”, la stessa dello scandalo migranti. In quella commissione nei guai è finita Tiziana Quintario, tutt’ora a processo insieme a Simone Borile socio volontario prodella cooperativa e l’ex vice prefetto Pasquale Aversa. De Gregorio ha un curriculum di tutto rispetto: dal 2016 è stata anche componente effettivo della commissione giudicatrice per gli appalti di pulizie per la polizia e per i carabinieri. 
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Il Gazzettino