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BELLUNO - «Io francamente credo sia più che legittimo manifestare il proprio pensiero. L’importante è che i manifestanti rispettino la normativa. Ieri (lunedì per chi legge ndr) da parte dei manifestanti questa attenzione, verso le norme anti contagio, non c’è stata». A parlare è il prefetto di Belluno, Sergio Bracco, all’indomani della manifestazione in piazza dei Martiri per protestare contro le chiusure degli esercizi pubblici. Mascherine abbassate e persone troppo vicine tra loro hanno fatto storcere il naso a più di qualcuno ma loro hanno subito messo in chiaro: «Non chiamateci no-vax». Un dissenso che ha portato le forze dell’ordine a sganciare, nell’immediatezza, quaranta verbali per il mancato rispetto di distanziamento sociale e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione personale. Ma non è finita. Il prefetto, infatti, assicura che i video diffusi in rete dagli stessi manifestanti saranno visionati per valutare se ci siano stati altri comportamenti scorretti che, anche in questo caso, non saranno tollerati. Una manifestazione pacifica quella di lunedì, rispetto a quello che si è visto ieri davanti a Montecitorio.
LA VALUTAZIONE
Ma quel che emerge in queste ore è che la questura, a cui compete l’ordine pubblico, ha anche valutato lo scioglimento della manifestazione.
NUMERO DEI MANIFESTANTI
La questura lunedì pomeriggio ha confermato che in piazza c’erano circa quattrocento persone. Un numero elevato ma composto in larga parte da persone arrivate da fuori provincia, addirittura dall’Emilia Romagna. «In Italia - prosegue il prefetto - le categorie stanno pagando un prezzo molto alto per questa pandemia ma credo che il modo per manifestare il proprio disagio non sia di ricorrere ad azioni di forza. In piazza, talvolta, oltre ai manifestanti che soffrono ci possono essere anche delle persone che soffiano sul fuoco».
SOFFERENZA
Bar e ristoranti, in zona arancione, sono ancora relegati alla sola vendita per asporto. Ma la sofferenza spinge qualcuno a sfidare apertamente le limitazioni, addirittura offrendo assistenza legale ai clienti multati. Una fronda che le istituzioni non sembrano disposte a tollerare. «Ci sono norme che non lo consentono. Sono vicino alle categorie penalizzate, consapevole del momento difficilissimo non credo siano queste le azioni giuste per dimostrare le difficoltà. Non possiamo tollerarlo. Il rischio è che questo genere di manifestazioni possano tradursi in un danno per gli altri. Ed è di queste persone che dobbiamo occuparci». Il prefetto spiega che in questa fase, nessuno si diverte a elevare sanzioni. Anzi: «Pur con dispiacere, le forze dell’ordine interverranno. Vorrei che fosse chiaro che sappiamo le difficoltà che stiamo attraversando ma non è questo il modo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino