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TREVISO Assembramenti nel week-end: nel mirino i plateatici. Il Prefetto fa un appello ai gestori dei locali. «Segnalate anche con un cartello ai clienti che dopo aver consumato, si alzino in fretta per lasciare il posto ad altri e non creare assembramenti». Il sindaco Conte promette di convocare i responsabili di categoria, ma gli esercenti non ci stanno. «Non possiamo mettere in ansia i clienti. Così svuotiamo i nostri locali». Durante il tavolo per il contenimento del contagio e la sicurezza convocato ieri il Prefetto Maria Rosaria Laganà ha insistito sulle soste prolungate nei locali. «C'è chi prende il caffè ma poi rimane a lungo a chiacchierare, magari con la mascherina abbassata. Chiedo anche ai sindaci un intervento per invitare i gestori a limitare le soste dei clienti nei locali alla stretta consumazione».
LA CRITICA Ma Andrea Penzo Aiello, presidente di Veneto Imprese Unite è fortemente critico nei confronti della proposta: «Spero proprio che il vicesindaco Andrea De Checchi ci chiami, come del resto ha sempre fatto, per condividere questa linea». Veneto Imprese Unite è l'associazione di commercianti nata durante il primo lockdown a Treviso che oggi ha inglobato professionisti del settore in tutte le province della Regione. «E quando lo farà, anzitutto ricorderò a lui e al Prefetto che noi abbiamo un'ordinanza regionale che nelle ultime 3 settimane impone la mascherina prima e dopo la consumazione.
LA DISOBBEDIENZA L'idea di Veneto Imprese Unite è quindi di opporsi alla proposta. «Visto che è una cosa che non può essere legiferata e multata noi non daremo questa direttiva ai nostri associati. Non li facciamo alzare dopo 5 minuti, se devono avere la pressione di consumare e andarsene preferiamo che non vengano proprio». Michele Pozzobon, titolare di Burici, Etto, La Colonnetta e Mr Poke e oggi vicepresidente della Fipe provinciale, è sulla stessa lunghezza d'onda. «Il plateatico ha aiutato una gestione proficua dei numeri, non è certo lo strumento ad aver causato l'assembramento. A volte è stata la leggerezza di esercenti e avventori a causare il problema. Ma in ogni caso non possono chiamarci continuamente in causa». Pozzobon tiene a ribadire come i locali siano, secondo al sua ottica, molto più sicuri di tanti negozi. «Lo strumento del tavolo, la superficie calcolata per persona a metro quadro è sicuramente più chiara che le distanze nelle piazze nei negozi, nei vicoli. La ristorazione non è causa di tutti i contagi. Pensiamo a quello che avviene nei negozi, o nelle case private». Secondo Pozzobon, uscite controllate nei locali garantirebbero meno contagi che le feste improvvisate nelle case. «Tracciare e controllare tutto, con accessibilità garantita nei locali sarebbe una mossa vincente dal punto di vista sanitario». In estate ci sono stati problemi e concentrazioni eccessive. «Ma in autunno si è decisamente cambiata musica dappertutto. A parità di valori i plateatici non rappresentano un pericolo. Siamo stanchi di essere additati come i responsabili del contagio».
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