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TREVISO - Un materasso buttato per terra all'interno del confessionale della chiesa di Santa Maria del Sile. Con un paio di borse accanto e gli effetti personali messi in fila sopra a un ripiano. E’ qui che ormai da più di un anno passa le notti un uomo di 66 anni, italiano, senza dimora. «Dorme nel confessionale della nostra chiesa da più di un anno – conferma il parroco don Giovanni Kirschner – la situazione ormai è insostenibile». E' nato così l'appello del parroco, ora lanciato anche sui social: “C’è qualcuno che può aiutarci a trovare un alloggio più dignitoso?”.
La convivenza
Il 66enne è conosciuto dai parrocchiani. Non potrebbe essere altrimenti dopo tutto questo tempo. In passato era stato temporaneamente accolto nel vicino dormitorio comunale di via Pasubio. Anche a causa di alcune fragilità personali, però, i progetti non sono andati a buon fine. «Posso capire quanto detto da don Giovanni – spiega Gloria Tessarolo, assessore al sociale – la persona è nota ai servizi che si occupano della grave marginalità.
I profughi
Per Santa Maria del Sile non si tratta di una novità assoluta. Nello scorso dicembre la stessa chiesa aveva accolto 6 persone senza dimora su altrettanti materassi sistemati proprio accanto all’altare, in modo da evitare che dormissero per strada con il freddo. La decisione era stata presa pochi giorni dopo la morte di Mandeep Singh, il 32enne indiano mancato all’inizio di dicembre mentre dormiva nel parcheggio dell’Appiani assieme ad altri migranti arrivati in Italia e nel capoluogo della Marca attraverso la rotta balcanica. Di seguito non mancarono le polemiche. Fino all’intervento del vescovo Michele Tomasi. Quest’ultimo a metà gennaio ha aperto un'ala indipendente del seminario mettono a disposizione 12 letti in una delle stanze che fino a pochi anni fa ospitava i corsi universitari per operatori della moda. Sono state trasferite qui non solo le persone che dormivano nella chiesa di Santa Maria del Sile ma anche quelle che erano in attesa di un posto nel dormitorio della Casa della Carità della Caritas in via Venier. L’esperienza legata all’emergenza freddo, sviluppata in collaborazione con la cooperativa La Esse, è stata portata avanti fino a metà marzo. Alla fine i 12 posti letto sono stati sempre tutti occupati.
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