Povertà energetica: quasi 40mila famiglie solo a Venezia. Ma a Padova e Verona è anche peggio

Famiglie in povertà
VENEZIA  - Si stima che nella provincia di Venezia le famiglie in povertà energetica oscillino tra un dato minimo di circa 23 mila e uno massimo di 38 mila....

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VENEZIA  - Si stima che nella provincia di Venezia le famiglie in povertà energetica oscillino tra un dato minimo di circa 23 mila e uno massimo di 38 mila. Complessivamente, pertanto, sarebbero a rischio tra i 51 mila e gli 85 mila residenti nel territorio provinciale. Dati allarmanti e sicuramente sottodimensionati, poiché sono stati “misurati” ben prima dello shock energetico scoppiato a partire dalla seconda metà del 2021. Questi i dati che emergono dall’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi Cgia in merito agli ultimi dati disponibili estrapolati dal Rapporto Oipe 2021.

I dati veneti

Malgrado il Veneto presenti un rischio molto contenuto (il più basso tra le 4 fasce individuate dall’Oipe), a livello regionale le situazioni più critiche si riscontrano a Padova e Verona: in queste due realtà, il numero dei nuclei familiari in difficoltà oscilla tra poco meno di 24.000 fino a 39.500. Seguono Venezia (da 23.000 circa a quasi 38.000), Treviso (quasi 22 mila fino a 36.500), Vicenza (21.500 fino a 36.000), Rovigo (da 6.000 a 10.000) e Belluno (da 5.600 a poco più di 9.000).

Senza elettrodometici

Secondo questa ricerca, si stimano in condizioni di povertà energetica i nuclei familiari che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffrescamento d’estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono di elettrodomestici ad elevato consumo di energia come lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, micro onde e forno elettrico.

Chi sono le famiglie

Nell’identikit delle famiglie “vulnerabili” energeticamente presenti anche in provincia di Venezia, spesso ci sono nuclei con un elevato numero di componenti che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato. L’aumento esponenziale dei prezzi delle bollette prevista per il prossimo autunno potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da autonomi, anche a Venezia.

Lavoratori autonomi in crisi 

«Nel ricordare che il 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo -  commenta il presidente della Cgia, Roberto Bottan -, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari, moltissimi artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi. E nonostante le misure di  mitigazione introdotte in questi ultimi mesi dal Governo Draghi, i costi energetici sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti nel recente passato». Dagli ultimi dati elaborati dall’Istat e riferiti al 2019, il rischio povertà delle famiglie presenti in Italia con un reddito principale ascrivibile ad un lavoratore autonomo era pari al 25,1 per cento, contro il 20 per cento riconducibile a famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente. E con la crisi pandemica scoppiata a marzo 2020, negli ultimi 2,5 anni il differenziale tra queste due tipologie familiari potrebbe essere addirittura aumentato.

 

 

 

 

 

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Il Gazzettino