Giovani in fuga dal posto fisso, concorsi pubblici deserti: ecco la nuova strategia della Regione

Un concorso pubblico
PORDENONE - La Regione prende il toro per le corna e intende ripristinare la reputazione e la centralità del lavoro pubblico. Lo fa lanciando una campagna...

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PORDENONE - La Regione prende il toro per le corna e intende ripristinare la reputazione e la centralità del lavoro pubblico. Lo fa lanciando una campagna Attrattività dal linguaggio colloquiale e inclusivo dal titolo "Costruiamo insieme il futuro" - per rendere maggiormente attrattivi i concorsi pubblici facendo conoscere le reali opportunità di crescita professionale all'interno della pubblica amministrazione. Il secondo passo è la creazione di una Scuola di formazione. Stando ad un sondaggio realizzato da Swg e i cui contenuti sono stati illustrati ieri, 17 gennaio, a Trieste dall'assessore alla Funzione pubblica Pierpaolo Roberti, la percezione è che il lavoro pubblico equivalga a basse prospettive di carriera e ad una scarsa valorizzazione delle competenze acquisite durante il percorso di studi. La campagna si focalizzerà proprio su questi due "contro" e non sui "pro" (dunque «nessuna autocelebrazione» ha assicurato il capo ufficio stampa Demetrio Damiani) che corrispondono alla stabilità economica e alla certezza dell'orario di lavoro.

Nel 2023 la Regione ha firmato circa 500 nuovi contratti di assunzione (che solo parzialmente hanno rafforzato le file amministrative) e che altrettanti sono previsti per l'anno in corso. Si tratta per lo più di figure di tipo amministrativo e tecnico ma è proprio quest'ultimo lo zoccolo duro e dunque oggi, sul Bur, è prevista la pubblicazione del bando di concorso per reclutare diplomati (si ricercano geometri e periti edili) e laureati (in ingegneria e architettura) per una ventina di posti ciascuno.

CONCORSI DESERTI

Nel richiamare le difficoltà crescente in termini di partecipazione ai concorsi, è stato ricordato inoltre che su circa 100 partecipanti, alla fine del percorso concorsuale, gli idonei oscillano tra il 10 e il 25% e ci sono pure quelli che non si presentano alla firma del contratto. «La carenza di personale da assumere in questo periodo riguarda tutti i settori, compreso il privato ha spiegato Roberti - con la campagna inizia un percorso per migliorare la reputazione della Regione e dei Comuni. Vogliamo far capire quanto sia importante il lavoro nella pubblica amministrazione e abbiamo l'esigenza di spiegare in modo diverso il ruolo del dipendente pubblico: non più il furbetto del cartellino o il classico fannullone raccontato nei film ma quello del lavoratore che, grazie alle proprie competenze, manda avanti il Paese e la nostra comunità».

COMPITO PIÙ DIFFICILE

Che i concorsi pubblici siano poco partecipati è un dato di fatto: per il 28 per cento degli intervistati lavorare nella pubblica amministrazione è più difficile così come, dopo la pandemia, chi cerca oggi un posto di lavoro ha la priorità di conciliare i tempi privati con quelli occupazionali. La Regione sta inoltre lavorando per costituire, entro fine anno, una vera e propria scuola di formazione e sarebbe un'esperienza unica a livello nazionale. «Una crisi reputazionale perché nel settore pubblico il "furbetto del cartellino" fa più scandalo essendo pagato con i soldi dei contribuenti e ciò ha provocato un allontanamento da questo settore». 

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Il Gazzettino