In Italia ci sono due milioni di disoccupati, ma non si trova un milione di addetti. In Veneto oltre 200 mila posti di lavoro a rischio

In Italia ci sono due milioni di disoccupati, ma non si trova un milione di addetti. In Veneto oltre 200 mila posti di lavoro a rischio
In Veneto si rischia di avere oltre 200 mila posti di lavoro scoperti. Sia gli imprenditori privati sia la Pubblica amministrazione, in particolar modo nei settori della...

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In Veneto si rischia di avere oltre 200 mila posti di lavoro scoperti. Sia gli imprenditori privati sia la Pubblica amministrazione, in particolar modo nei settori della scuola e della sanità, denunciano infatti grosse difficoltà nel reperire personale qualificato e non. Il trand è in corso già da qualche anno: lo rileva l’Ufficio studi della Cgia grazie ai dati che emergono dalla periodica indagine Excelsior condotta presso gli imprenditori dall’Unioncamere-Anpal.

Nel quadro nazionale invece, sono addirittura due milioni i disoccupati, ma le imprese non trovano un milione di addetti. Paradossi del mercato del lavoro italiano. Dei due milioni, 800 mila circa sono in età compresa tra i 15 e i 34 anni.

L'ufficio ha potuto constatare che, nel 2022, il 45,4 per cento delle aziende venete ha denunciato grosse difficoltà di reperimento delle persone da assumere: «O non si trovano candidati o quelli che si sono presentati al colloquio non disponevano dei requisiti richiesti. In termini assoluti si stima che i posti scoperti potrebbero essere poco più di 228 mila».

A livello locale è stata Verona a presentare il numero più elevato di neo assunti difficilmente reperibili. La provincia scaligera ne ha contati esattamente 45.700. Seguono Padova con 41.590, Venezia con 40.890, Vicenza con 40.480, Treviso con 37.82, Belluno con 11.400 e Rovigo con 10.290.

Nella regione quindi, anche se meno delle altre, la domanda e l’offerta faticano a incrociarsi: «Non solo - aggiunge Cgia - Abbiamo sempre meno giovani che si affacciano sul mercato del lavoro e sono sempre più numerosi i casi di chi si presenta a un colloquio con un deficit educativo ed esperienziale notevole rispetto alle abilità professionali richieste dagli imprenditori».

E nonostante il rallentamento dell’economia in corso, sono tantissimi i casi in cui le aziende venete sono costrette a rinunciare a una quota importante di ordinativi, in quanto non hanno le risorse umane sufficienti per far fronte a queste nuove commesse.

Il risultato di questa situazione consegna un quadro preoccupante: tante imprese non potendo incrementare l’attività produttiva, non possono crescere dimensionalmente e creare nuova ricchezza da distribuire.

Infine, Cgia ha elencato le prime 5 figure professionali richieste e di difficile reperimento in Veneto. Praticamente in un caso su due si fa fatica a trovare cuochi (52,3%) e camerieri (47,6%). In un caso su tre, invece, gli addetti alle pulizie (33,4%) e i commessi alle vendite al minuto (30,7%). Infine, in un caso su cinque è difficile trovare anche i magazzinieri (20,9%).

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Il Gazzettino