I ricoverati "Covid per caso" sono il 20% in Veneto e il 30% in Fvg: «Difficile gestirli»

I ricoverati Covid per caso sono il 20% in Veneto e il 30% in Fvg: «Difficile gestirli»
In settimana al policlinico di Padova ha già registrato il tutto esaurito il primo reparto di Chirurgia destinato ai Covid per caso, soggetti che scoprono incidentalmente...

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In settimana al policlinico di Padova ha già registrato il tutto esaurito il primo reparto di Chirurgia destinato ai Covid per caso, soggetti che scoprono incidentalmente di essere infetti, quando vengono ricoverati magari per una frattura. Ma in generale il sistema sanitario gestisce con fatica i positivi asintomatici, che secondo un'indagine condotta dalla Fadoi (la società scientifica di Medicina interna) sono circa un quinto dei degenti contagiati. La quota di letti riservati a questa tipologia è compresa tra il 10% e il 20% in Veneto, mentre oscilla tra il 20% e il 30% in Friuli Venezia Giulia, regione che più di altre potrebbe avvantaggiarsi dal possibile scomputo di questi pazienti nel calcolo dei tassi di saturazione ospedaliera, quelli che determinano i cambi di colore e le relative fasce di restrizione.

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LE DIFFICOLTÀ

Stando alla ricognizione svolta dalla Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, il 57% delle strutture ha «grandi difficoltà» a isolare i pazienti positivi asintomatici e il 29% non ci riesce affatto, mettendo così nel 50% dei casi a rischio di contagio chi non ha il Covid e pregiudicandone l'assistenza in un altro 50%. Dati che «smentiscono il racconto di una quarta ondata non poi così difficile da gestire negli ospedali d'Italia», anche perché il 64% degli ospedali è stato costretto a rinviare i ricoveri programmati in «misura rilevante» (percentuale che sale all'86% nel caso di quelli elettivi) e il 7% li ha sospesi del tutto.


LE STANZE

La gestione dei degenti con Covid, ma non per Covid, è molto faticosa, spiega il presidente Dario Manfellotto: «Dobbiamo controllare periodicamente i ricoverati e chi resta una settimana affronta anche tre tamponi molecolari. Se risulta positivo, anche se del tutto asintomatico, e ha bisogno dell'assistenza ospedaliera perché per esempio ha una colica renale, deve essere isolato». A quel punto o lo si trasferisce in un reparto Covid, oppure lo si isola nel reparto non Covid. «È quello che facciamo conferma il numero uno della Fadoi ma con enormi difficoltà, perché se in una stanza ci sono più letti, finiamo per non poterli utilizzare per altri pazienti non infetti». Come se ne esce? «Una soluzione risponde Manfellotto potrebbe essere quella di creare nei vari ospedali reparti delle diverse specialità riservati a pazienti positivi anche se asintomatici, come delle bolle nelle quali isolare i pazienti contagiati. Non è troppo tardi per farlo».


IL PERSONALE

È quanto ha attuato appunto l'Azienda ospedaliera di Padova, attivando 11 posti in Chirurgia. Ma questa modalità organizzativa si scontra con la ristrettezza del personale, in un periodo in cui le sempre più numerose assenze di sanitari contagiati causano problemi «di difficile gestione» nel 43% degli ospedali, sempre secondo la rilevazione della Federazione. La trevigiana Gabriella Bordin, presidente dell'Associazione nazionale degli infermieri di medicina interna (Anìmo), segnala al riguardo «carenza di personale e personale d'assistenza stanchissimo, provato da tutte le riorganizzazioni interne ed anche dalle numerose assenze di colleghi positivizzati, difficoltà a coprire i turni con altro personale perché moltissimi infermieri sono impegnati nella campagna vaccinale o sono sospesi perché no- vax». In questo quadro, la gestione dei Covid per caso diventa ancora più complessa. «Le difficoltà a garantire l'isolamento dei pazienti asintomatici ma positivi sottolinea Bordin sono spesso legate a problemi di natura strutturale che non garantiscono percorsi sporco-pulito adeguato, per l'assenza del bagno in camera o per la difficoltà di isolare i pazienti in stanze da 4 posti letto. E qualora ci siano requisiti strutturali per mantenere l'isolamento ai pazienti positivi, i tempi previsti dalle procedure atte al rispetto dell'isolamento-vestizione-svestizione compromettono la qualità dell'assistenza agli altri pazienti».

 

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Il Gazzettino