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PORTOGRUARO - L'unica dottoressa che gestiva l'ambulatorio di Odontostomatologia è in ferie e poi andrà in pensione, sospeso il servizio all'ex Silos. Sta creando molti disagi la chiusura dell'ambulatorio dell'Ulss 4 che garantiva le visite e le cure odontoiatriche a molti cittadini "in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria". Se, praticamente da sempre, la maggior parte della popolazione si rivolge ad ambulatori e cliniche private, c'è anche una fetta di utenti che invece, per reddito o perché affetti da malattie croniche, invalidanti e rare, accedono alle cure del servizio sanitario nazionale. Ma da qualche giorno il servizio garantito a Portogruaro per tutto il mandamento è stato sospeso perché l'unica dottoressa che gestiva l'ambulatorio all'ex Silos di via Zappetti è andata in ferie e poi andrà in pensione.
CONVENZIONI INSUFFICIENTI
Le convenzioni attive con i privati riguardano poche prestazioni e dunque non soddisfano appieno le necessità degli utenti. «La nostra azienda sanitaria precisano dall'Ulss 4 - sta cercando il personale per mantenere il servizio. Il bando per l'assunzione di specialisti ambulatoriali interni è già pubblicato. Nel frattempo all'utenza viene garantita la continuità del servizio negli ambulatori che sono posti all'ospedale di San Donà di Piave».
Ma proprio la necessità di recarsi a San Donà di Piave per accedere al servizio sta creando malumore tra i cittadini. «L'ambulatorio di Portogruaro commenta un utente era facilmente raggiungibile anche per chi abita nelle vicinanze della città.
TEMPI LUNGHI
Anche le associazioni di volontariato che si occupano di cittadini in difficoltà economica hanno espresso il loro disappunto per la perdita, al momento momentanea, di questo servizio. Del resto i tempi per la riapertura non sono ancora noti perché tutto dipenderà dall'esito del bando. Considerata la difficoltà, evidente da tempo, di reperire personale in ambito sanitario, il servizio dentistico pubblico a Portogruaro potrebbe non essere garantito per diversi mesi.
Il tema dei servizi sanitari sospesi e disponibili solo a San Donà è stato spesso oggetto di dibattito politico in riva al Lemene. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello legato all'hospice, servizio specializzato nella terapia del dolore e nella cura dei pazienti terminali, inserito all'interno della Residenza Francescon e chiuso durante la pandemia. La Regione ha autorizzato la società del Gruppo Korian, che sta realizzando un nuovo Centro servizi per anziani all'ospedale vecchio di via Spiga, ad attivare otto posti letto di hospice. Nel frattempo, anche in questo caso, chi vuole usufruire del servizio deve recarsi fino a San Donà. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino