Portogruaro, arriva l'eroina gialla: prodotto di punta dei pusher nigeriani. Scattano gli arresti

Portogruaro, arriva l'eroina gialla di Mestre: il prodotto di punta dei pusher nigeriani. Scattano gli arresti
PORTOGRUARO - L’eroina gialla di Mestre in trasferta a Portogruaro. Gli spacciatori, che a quanto pare si rifornivano proprio nell’area della stazione della...

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PORTOGRUARO - L’eroina gialla di Mestre in trasferta a Portogruaro. Gli spacciatori, che a quanto pare si rifornivano proprio nell’area della stazione della terraferma veneziana, avevano esportato in Veneto orientale il prodotto di punta dei pusher nigeriani. L’operazione dei carabinieri portogruaresi, coordinata dalla procura di Pordenone, ha portato a cinque arresti e a diciannove denunce per spaccio in concorso. Non è stata contesta l’associazione a delinquere: secondo gli inquirenti, dunque, quella scoperta non era una organizzazione criminale strutturata con un suddivisione precisa di compiti e ruoli, ma un gruppo di pusher che, di fatto, lavoravano insieme nella stessa zona.

CHI SONO

Gli spacciatori intercettati dai militari e indagati sono tutti stranieri tranne uno. Provengono, in particolare, da Gambia, Nigeria e Senegal. Molti di loro sono ex richiedenti asilo. Ex, è importante specificarlo, perché la maggioranza era in regola con i documenti, il che significa che aveva trovato casa e lavoro. Alcuni lavorano in un’azienda agricola, altri nell’edilizia. Uno è un saldatore, altri lavoravano in alcuni cantieri di Mestre (da qui, probabilmente, il contatto con i connazionali già operativi in città). Sottolineare la loro situazione lavorativa non è un dettaglio, serve a spiegare che non si tratterebbe di “spacciatori per necessità”: erano semplicemente entrati in un giro molto redditizio, da centinaia di migliaia di euro. 
Secondo gli investigatori erano riusciti a impossessarsi del monopolio del mercato della droga dell’area. Non solo il Portogruarese: il loro raggio d’azione si estendeva fino al Friuli, Udine e Pordenone
L’indagine era partita da un piccolo sequestro di eroina a un assuntore, da lì i militari sono riusciti a ricostruire la rete dei contatti e degli intrecci tra clienti e spacciatori. Un’indagine in cui i carabinieri hanno identificato oltre cento assuntori abituali, delle diverse fasce d’età e tipologie, dal consumatore occasionale a quello abituale, in arrivo dalle province limitrofe, che si rifornivano dai pusher quotidianamente con acquisti da mezzo grammo che compravano a prezzi diversi, fino a una cifra di 50 euro. Non c’era una piazza di spaccio: gli scambi avvenivano dopo un contatto telefonico. Spacciatore e cliente si mettevano d’accordo e si trovavano davanti all’oratorio o alle scuole per lo scambio. L’inchiesta, prima dell’esecuzione delle misure, è durata un anno. Cinque gli arrestati e tre le misure cautelari alternative al carcere. Durante i rilievi sono state sequestrati 6 grammi di marijuana, 21 di cocaina, un etto di eroina gialla e due di hashish. Soprattutto i militari hanno sequestrato 36mila euro in contanti: per gli investigatori era il profitto dell’attività di spacci. La procura pordenonese ha emesso, inoltre, un decreto di sequestro preventivo su un conto corrente intestato a uno dei protagonisti. 

GLI ALTRI FRONTI

L’inchiesta non è certo finita. Si indaga ovviamente sui legami tra questo gruppo di spacciatori portogruaresi e quelli mestrini: pare quasi assodato che dal Veneto orientale venissero in città per rifornirsi, c’è da capire però se vi fossero dei rapporti consolidati di collaborazione. Se, cioè, Portogruaro fosse una succursale mestrina dell’eroina gialla a tutti gli effetti. Poi c’è l’altro aspetto, quello delle overdosi. C’è da capire se le vittime si fossero rifornite da loro. In quel caso scatterebbe l’accusa di morte in conseguenza di altro reato.

 

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Il Gazzettino