Venezia fuori dai primi 50 porti in Europa per le crociere: «Ora il futuro è grigio»

Venezia fuori dai primi 50 porti in Europa per le crociere: «Ora il futuro è grigio»
VENEZIA - Dalle stelle alle stalle. Dalla vetta della classifica all'esclusione persino dai primi 50 porti crocieristici del Mediterraneo e addirittura dalla Top Ten italiana,...

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VENEZIA - Dalle stelle alle stalle. Dalla vetta della classifica all'esclusione persino dai primi 50 porti crocieristici del Mediterraneo e addirittura dalla Top Ten italiana, in cui fino al 2019 Venezia era al secondo posto dopo Civitavecchia. Nel 2021 era al sedicesimo. Se la volontà era eliminare le crociere dalla città, il decreto Agosto è una delle norme più perfette che siano state prodotte da Governo (prima) e Parlamento (poi), poiché ora Venezia è fuori dal circuito internazionale e gli addetti ai terminal fuori anch'essi.

«Si è fatta la scelta forte di eliminare il traffico dalla Giudecca ma non si sono gestite le conseguenze». Così ha detto Francesco Galietti, direttore di Clia Italia (Cruise lines international association), ieri mattina in audizione alla Commissione Infrastrutture del Senato, spiegando la situazione che si è venuta a creare.
«Su Venezia - ha detto - si è registrata la decisione di eliminare il traffico dalla Giudecca e nel breve termine di fare ricorso ad accosti diffusi, soluzione temporanea che però può durare a lungo. Noi vediamo un calo drastico nel traffico. Nel 2019 Venezia faceva registare 496 toccate nave e 1,6 milioni di passeggeri movimentati. Nel 2022 abbiamo tra le 130 e le 135 toccate navi, con riferimento a Marghera e Fusina. L'intervento ha spostato e ridotto il traffico ma mancano grossi tasselli. Il commissario e presidente dell'Autorità portuale è alle prese da moltissimi mesi con il decreto fanghi che ancora manca ed è un grandissimo problema per il traffico delle crociere e per qualsiasi traffico».

Questi i dati: Nel 2019 Venezia aveva totalizzato 497 navi e 1,6 milioni di passeggeri; nel 2020, anno del Covid, 10 navi e 5mila 653 passeggeri, tutti nelle prime settimane; nel 2021 33 navi e 29mila 115 passeggeri e per il 2022 sono previste tra le 130 e le 135 navi, per lo più a Marghera e Fusina.

«In questo momento - ha proseguito Galietti - il terminal passeggeri veneziano vive nell'incertezza sull'infrastruttura e sul traffico. L'intervento su Venezia non è organico, nessuno ha mai voluto attribuirsi la leadership decisionale su Venezia e le conseguenze sono preoccupanti. La difficoltà più grossa è mantenere lo status di porto capolinea o home port. Vediamo un susseguirsi di interventi spot senza una strategia complessiva per Venezia, ci sono grandi difficoltà per dotare Autorità portuale e Capitaneria degli strumenti base per consentire l'operatività del porto e dei canali, esempio il decreto fanghi, e non si intravede una figura di riferimento in grado di indicare una direzione».
Insomma, una débacle, anche se il settore delle crociere non si arrende tanto facilmente poiché Trieste non potrà mai rimpiazzare Venezia come destinazione. Purché sia indicata una strada che al momento non c'è ancora.

«Il nostro settore non si è mai sottratto a fare la sua parte. Le nostre navi sono impegnate ad un abbassamento delle emissioni senza precedenti. Tanto per dire, nei prossimi sei anni avremo 24 navi alimentate a gas e già oggi l'81 per cento delle navi è dotato dei più avanzati sistemi per il trattamento dei rifiuti e degli scarichi. Entro 15 anni tutte le navi saranno alimentate a gas. Noi cerchiamo di fare la nostra parte - ha concluso - ma dal Governo piccoli passetti qua e là e per il resto un'angosciante assenza di strategia».

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Il Gazzettino