Le carte che hanno fatto saltare il bilancio al Porto

Le carte che hanno fatto saltare il bilancio al Porto
VENEZIA Riunione del Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale del 29 novembre 2018. Maria Rosaria Anna Campitelli,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA Riunione del Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale del 29 novembre 2018. Maria Rosaria Anna Campitelli, rappresentante della Regione, con la condivisione di Fabrizio Giri (rappresentante della Città metropolitana di Venezia), chiede di inserire a verbale una dichiarazione relativa al terminal di Fusina, dopo aver scoperto un mese prima che il Porto nei mesi antecedenti aveva fatto un accordo con la società di gestione del terminal, la Venice Ro Port Mos, che comportava la corresponsione di 9 milioni a quest'ultima: «Come componente del Comitato di Gestione per la Regione Veneto ritengo non siano stati forniti al Comitato, elementi istruttori idonei e sufficienti».


È solo la prima delle carte finora rimaste riservate che prova come i due enti evidenzino da due anni i problemi sollevati giovedì mattina, quando hanno clamorosamente bocciato il bilancio 2019 dell'Autorità, peraltro caratterizzato da ottimi risultati. Un atto che ha irritato il presidente, Pino Musolino, il quale ha accusato i due enti di aver presentato dichiarazioni fotocopia senza aver mai chiesto spiegazioni sull'argomento quando sarebbe stato il momento. 

Dalle stesse carte si scopre che il verbale di quella seduta (29/11) non è mai stato approvato in quanto - accusano i due componenti esterni (il terzo è Musolino) - non rappresenta quello che è emerso dalla registrazione e trascrizione della seduta. Perché Campitelli e Giri (che hanno il sostegno delle rispettive amministrazioni) hanno ritenuto critica quell'operazione? Perché la società concessionaria di Fusina annovera come socio di controllo l'impresa Mantovani (79%, attualmente in procedura di concordato preventivo) e temono ci possano essere problemi di solvibilità poiché in quegli anni non erano stati pagati i canoni. 

I SOLDI PAGATI
Nel luglio 2019, i componenti esterni al Porto del Comitato di gestione avevano poi appreso che erano stati pagati 2 milioni nonostante il Pef non sia stato modificato e avevano chiesto che i rimanenti 7 fossero destinati ad avanzo di bilancio vincolato, in modo da essere utilizzati solo dopo la modifica del Pef e la sua approvazione. Campitelli e Giri lamentano poi che il decreto con il pagamento di 2 milioni del 7 agosto 2018 non è stato rintracciato sul portale trasparenza fino al giugno 2019. Un errore della società informatica incaricata della pubblicazione, si stabilirà più avanti. Le sorprese non finiscono.

«Si apprende nel mese di settembre 2019 - scrivono i rappresentanti di Regione e Cm - a seguito di ricerca sul sito dell'Autorità, che in data 15 aprile 2019 si era già provveduto ad erogare anche la restante parte di 7 milioni. Di questa erogazione non si è mai parlato in Comitato».

POCA CHIAREZZA
Lo scenario, insomma non sarebbe così chiaro come è stato descritto dal presidente.
«Nei vari incontri avvenuti nella sede dell'Autorità - si legge nella documentazione - è sempre stata chiara la posizione di Regione e Città Metropolitana: contrarietà ad erogare una somma a fondo perduto verso un Concessionario, inadempiente nei canoni, con collaudi effettuati sulle opere realizzate solo in minima parte, e per il quale il socio di riferimento da parte Mantovani è sottoposto a procedure concorsuali; contrarietà inoltre ad estendere la concessione di ulteriori 10 anni, unico tema sul quale il Comitato di Gestione viene chiamato a esprimersi».


A questo punto, il quadro non è chiaro, poiché dipenderà molto dagli input che arriveranno dal Ministero delle Infrastrutture. Musolino ha davanti a sé ancora 9 mesi e ha già detto di essere disponibile per un altro mandato. Finora il ministro Paola De Micheli è rimasta in silenzio e se ci dovesse essere una nuova bocciatura, il rischio di un commissariamento dell'ente (con conseguente nuova nomina dopo le elezioni regionali e amministrative) potrebbe concretizzarsi.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino