Porto Vecchio, dormitorio di rom senzatetto tra escrementi e rifiuti

foto di Emanuele Esposito
TRIESTE - Dai gradini della Sala Tripcovich ai capannoni fatiscenti del Porto Vecchio. L'ordinanza comunale anti-barboni non ha scoraggiato i senzatetto di etnia Rom che hanno...

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TRIESTE - Dai gradini della Sala Tripcovich ai capannoni fatiscenti del Porto Vecchio. L'ordinanza comunale anti-barboni non ha scoraggiato i senzatetto di etnia Rom che hanno traslocato di qualche metro per insediarsi negli spazi dell'antico scalo, proprio quello che l'amministrazione comunale dovrebbe e vorrebbe rilanciare. Nonostante le vecchie strutture siano recintate e messe in sicurezza (ma le reti metalliche possono essere facilmente divelte), più di qualcuno sta utilizzando le stesse anche di notte per dormirci con la famiglia al seguito. Si tratta dei capannoni vicini al Silos, già in passato dormitorio dei profughi poi fatto sgomberare.

 
Come riporta l'emittente televisiva locale Telequattro, all'interno si è creata una vera e propria baraccopoli con cartoni, mucchi di indumenti accatastati, coperte, sacchi neri e servizi igienici utilizzabili da chiunque. Ovviamente in condizioni degradate. Macerie ovunque, scarpe da ginnastica, rifiuti di cibo e bevande, una sedia e un bagno. Ma anche ricambi di indumenti, pigiami e un filo di ferro nel caso si debba mettere ad asciugare qualcosa. Insomma, tutto fa intendere che qualcuno ne ha fatto la sua fissa dimora. C'è pure un ombrello, una scopa e una pattumiera. Da qualche capannone provengono anche dei rumori e qualcuno ha riferito di aver sentito piangere dei bambini di notte. I frequentatori del luogo hanno persino ricavato una latrina a cielo aperto, in pratica una discarica, da un buco nella pavimentazione dove riversare scarti biologici umani e animali. Pare siano almeno una decina le persone che bivaccano in Porto Vecchio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino