Troppi mezzi pesanti a Santa Giulia: proteste e ponte di barche a rischio

Un trattore con rimorchio sul ponte di Santa Giulia
PORTO TOLLE - Nuove lamentele arrivano da Santa Giulia per lo stato del ponte in barche che congiunge San Rocco a Taglio di Po con la frazione di Porto Tolle. ...

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PORTO TOLLE - Nuove lamentele arrivano da Santa Giulia per lo stato del ponte in barche che congiunge San Rocco a Taglio di Po con la frazione di Porto Tolle.

A giugno Pamela Veronese, titolare dell’Osteria Arcadia a Santa Giulia, aveva già sollevato le proprie rimostranze lamentando il fatto che gli interventi al manufatto sarebbero già dovuti iniziare e poi sono slittati. Ne sarebbero attualmente stati realizzati solo una parte.  
Alle proteste di Veronese si aggiungono ora anche quelle di numerosi cittadini che usufruiscono il ponte per lavoro o per raggiungere gli esercizi pubblici della sponda opposta visto che l’unico bar di Santa Giulia è chiuso e la “Botega” della famiglia Veronese è aperta solo al mattino.
«Arrivando da San Rocco capita di incontrare trattori con rimorchio – racconta Daniela, una dipendente dell’osteria -. Sono costretta a fermarmi e fare marcia indietro, non importa se loro siano all’inizio del ponte o a metà, perché non si fermano mai. Il problema è che non vi è alcuna sorveglianza sul ponte. Questo disagio coi mezzi agricoli c’è sempre stato, ma adesso sta diventando insopportabile».
Qualcuno ha fatto presente che il ponte ha una portata di 5 tonnellate, ma il peso di un trattore con il rimorchio può arrivare anche a 12 tonnellate. Mezzi che transitano almeno 5 o 6 volte al giorno con danni alla struttura. «Quando c’era il custode, i trattori potevano passare purché fossero vuoti - si sottolinea -. Ma adesso senza vigilanza passano come e quando vogliono».
RISCHIO CEDIMENTI
«È facilmente visibile come il ponte si abbassi sotto il peso dei carichi - ha aggiunto Daniela - Nella parte appena sistemata ci sono già delle tavole divelte, per non parlare dei dislivelli. Basta sentire come cigola quando passano questi mezzi e flette a tal punto che sembra che si spezzi».

Il timore è che un eventuale compromissione del manufatto costringa alla chiusura con la perdita di un punto di collegamento fondamentale per i due territori: «Che senso ha investire soldi per sistemarlo se poi non lo si tutela? - domanda la ristoratrice -. Senza questo ponte i collegamenti si allungano di 40 chilometri con un danno anche a livello turistico. Questo manufatto è un punto di interesse per i tanti turisti che vengono appositamente per vederlo e attraversarlo. Non chiediamo siano realizzate chissà quali opere, ma di mantenere quello che c’è, sia per la gente del paese che per il tanto decantato turismo nel Delta del Po». L’esigenza è quindi avere una struttura funzionante: «Gli enti preposti non ci informano mai sugli interventi che devono essere effettuati - concludono i residenti -. Vorremmo sapere la tempistica degli eventuali lavori, come vorremmo fosse ripreso il servizio di custodia di questo manufatto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino