PORDENONE - Si chiama Proust, e non poteva essere altrimenti, il gatto nero simbolo dell'edizione numero diciassette di Pordenonelegge, in corso fino a domenica nella...
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Mentre il pubblico continua ad affollare gli incontri con gli scrittori e ospiti della festa del libro, il manifesto realizzato per la fondazione Pordenonelegge dal grafico Patrizio De Mattio dello studio DM+B&associati va a ruba e incuriosisce tutti.
I gattini piacciono al popolo del web, ma lo scaramantico gattone nero su sfondo giallo che campeggia in tutta la comunicazione di Pordenonelegge è diventato un tormentone anche nelle vetrine di negozi e bar del centro di Pordenone. Con un successo superiore a tutti i testimonial grafici delle precedenti edizioni, fossero mucche, canarini, oche di plastica e quant'altro.
Per i curiosi, la star è un gatto della Valcellina, quindi pordenonese doc, e si chiama appunto Proust, come il grande scrittore francese autore del grande romanzo del Novecento, Alla ricerca del tempo perduto. Altri gatti neri famosi, sono quello del romanzo di Bulgakov Il maestro e Margherita, dei racconti di Murakami, Edgard Allan Poe, di alcune poesie di Baudelaire, fino al recente L'Uomo che metteva in ordine il mondo, di Fredrick Backman, in cui un gatto spelacchiato contribuisce a far desistere dal tentativo di suicidio il burbero protagonista del romanzo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino