Capitale della cultura 2027, «Pordenonelegge traino per vincere la sfida». Ciriani ci crede, ma servono più hotel

Il sindaco: «Il festival è diventata una festa unica in regione. La capacità di accogliere gli ospiti deve aumentare nettamente»

Ciriani lancia la sfida: «Noi capitale culturale, ma servono più hotel»
Sindaco Ciriani, si aspetta il miglior Pordenonelegge di sempre? «Il suggello offerto dal presidente della Repubblica...

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Sindaco Ciriani, si aspetta il miglior Pordenonelegge di sempre?


«Il suggello offerto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è il primo premio. È il riconoscimento di un lavoro durissimo portato avanti in tanti anni. Mi aspetto una festa». 


Cinque giorni in apnea, cosa significa oggi il festival per la città?
«Riflette la vivacità e il dinamismo di Pordenone. Siamo stati capaci di creare una sinergia vincente tra la vocazione culturale e il traino economico della provincia, con l’aiuto delle istituzioni. Pordenonelegge è l’anima della città e crea un indotto importante». 


Un evento unico?
«Non solo. Ormai contiamo anche degli “imitatori”, se così possiamo chiamarli. È nettamente la manifestazione più importante dell’anno in tutta la provincia». 


Svago o cultura? Il dibattito è sempre aperto...
«Tutte e due. Pordenonelegge è un modello. Le due cose possono stare assolutamente assieme, non sono opposte». 


Sguardo al 2027, Pordenone è candidata a diventare capitale della cultura. Quanto conta in questo contesto il festival del libro?
«È il traino principale, direi fondamentale. Nonché un bacino di conoscenza ed esperienza dal quale attingere. Partiremo sicuramente da lì, anche se il ragionamento dovrà essere più ampio. Dovrà contare tutta la città, tutto l’anno. Ma è il trampolino, senza dubbio». 


Veniamo ai nodi, perché ce ne sono. La città quando si riempie non ha più camere per ospitare i visitatori. Che fare?
«Non c’è alcun dubbio e il problema non riguarda solamente Pordenonelegge ma tutti i più grandi eventi. In città mancano posti letto, occorre un’offerta ricettiva migliore, all’altezza». 


Certo, ma gli operatori economici ribattono ponendo il problema della continuità. Insomma, resterebbero vuoti per il resto dell’anno?
«Non è così. Anzi è il contrario. Proprio la capacità ricettiva, quindi parlo ancora degli alberghi a disposizione, è in grado di attirare più eventi. Chi li organizza guarda prima alla capacità di un territorio di ospitare ad esempio diverse squadre sportive. E in base a quel risultato sceglie la location. Altrimenti, senza posti a disposizione, rischi di essere scartato a priori». 


Capitolo sicurezza, tutto tranquillo nella cinque giorni del festival?


«Abbiamo uno schieramento di forze sul campo importante, anche per allontanare gli accattoni. Ai più giovani dico: divertitevi, ma non rovinate una festa che è di tutti».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino