Al bar col bancomat: tra rincari record e "sciopero bianco"

Al bar col bancomat: tra rincari record e "sciopero bianco"
PORDENONE - «Un caffè, grazie. Posso pagarlo con il bancomat?» «Sì, ma le costerà un euro in più». E il conto sale da poco...

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PORDENONE - «Un caffè, grazie. Posso pagarlo con il bancomat?» «Sì, ma le costerà un euro in più». E il conto sale da poco più di un euro fino a 2 euro e 20 centesimi. È un caso, ma non è l'unico. È invece il primo effetto di una norma che sta mettendo in difficoltà i commercianti di Pordenone. È contenuta nella legge di bilancio (la vecchia finanziaria) del 2018 e impone a tutti i titolari delle attività commerciali (dai bar alle tabaccherie, dalle gelaterie ai negozi d'abbigliamento) di accettare qualsiasi pagamento effettuato con bancomat e carta di credito. Sintetizzando, il cliente ora può entrare in un bar, chiedere una birra piccola e pretendere di pagarla utilizzando il pos, lo strumento che - connesso alla rete telefonica -legge le carte di credito. I cartelli con la scritta che indica l'importo minimo per l'utilizzo del pagamento elettronico? Non si possono più presentare in faccia al cliente, sono fuorilegge. Non c'è nessun margine di discrezione, bisogna solo accettare la richiesta di chi compra. E chi vende si deve adeguare.

Il problema, però, è che le commissioni che colpiscono le singole operazioni svolte con bancomat e carta di credito sono rimaste. Il risultato? I commercianti se rispettano la norma finiscono in alcuni casi per lavorare in pareggio, quando non in perdita. Ed è per questo che in centro a Pordenone si contano sulle dita di una mano gli esercenti (soprattutto i baristi) che si sono adeguati alla legge. Gli altri, chi più e chi meno, hanno scelto di rischiare di ricevere una sanzione. La legge di bilancio prevede una multa di 30 euro per chi viene sorpreso a non accettare un pagamento con bancomat e carta di credito.

Negozi d'abbigliamento, ristoranti, grandi magazzini: tutti questi tipi di esercizi commerciali non hanno problemi. Il volume d'affari e l'importo della merce in vetrina sono già alti e pagare con la carta di credito è quasi la norma.
Tutto cambia, però, quando si entra in un bar. È lì che la legge nazionale si è incartata. Un noto locale di piazza XX Settembre, ad esempio, ha deciso di far gravare sul cliente il peso di una norma contestata: si può pagare il caffè con il bancomat, certo, ma costa il doppio. Così la proprietà rientra della commissione che è costretta a pagare per l'operazione telematica. Il rincaro raggiunge il 100 per cento nel caso di un caffè, ma resta sempre di un euro anche se la spesa raggiunge ad esempio i 10-15 euro. È una specie di tassa autogestita che viene trasferita sul compratore.


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Il Gazzettino