PORDENONE - «Un caffè, grazie. Posso pagarlo con il bancomat?» «Sì, ma le costerà un euro in più». E il conto sale da poco...
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Il problema, però, è che le commissioni che colpiscono le singole operazioni svolte con bancomat e carta di credito sono rimaste. Il risultato? I commercianti se rispettano la norma finiscono in alcuni casi per lavorare in pareggio, quando non in perdita. Ed è per questo che in centro a Pordenone si contano sulle dita di una mano gli esercenti (soprattutto i baristi) che si sono adeguati alla legge. Gli altri, chi più e chi meno, hanno scelto di rischiare di ricevere una sanzione. La legge di bilancio prevede una multa di 30 euro per chi viene sorpreso a non accettare un pagamento con bancomat e carta di credito.
Negozi d'abbigliamento, ristoranti, grandi magazzini: tutti questi tipi di esercizi commerciali non hanno problemi. Il volume d'affari e l'importo della merce in vetrina sono già alti e pagare con la carta di credito è quasi la norma.
Tutto cambia, però, quando si entra in un bar. È lì che la legge nazionale si è incartata. Un noto locale di piazza XX Settembre, ad esempio, ha deciso di far gravare sul cliente il peso di una norma contestata: si può pagare il caffè con il bancomat, certo, ma costa il doppio. Così la proprietà rientra della commissione che è costretta a pagare per l'operazione telematica. Il rincaro raggiunge il 100 per cento nel caso di un caffè, ma resta sempre di un euro anche se la spesa raggiunge ad esempio i 10-15 euro. È una specie di tassa autogestita che viene trasferita sul compratore.
Il Gazzettino