PORDENONE Maria Rosaria Maiorino è prefetto di Pordenone solo da una settimana. Ha già espresso il suo punto di vista sulla gestione dei migranti, ribadendo il...
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LA SPONDA
Il Comune, in poche parole, cerca una sponda nel nuovo prefetto. Maria Rosaria Laganà ha affrontato la fase bollente dell’emergenza immigrazione. Erano i giorni degli sbarchi quotidiani, non c’erano ancora state la chiusura dei porti e la battaglia anti-ong. Maria Rosaria Maiorino invece deve affrontare una situazione meno fluida. Sul tavolo della discussione ci saranno due argomenti: la sicurezza e il problema sociale. «Chi non ha diritto all’accoglienza sul nostro territorio - ribadisce e riporterà Grizzo - deve essere rimpatriato con metodi rapidi e certi». Si parlerà anche dei centri per il rimpatrio che arriveranno in regione, e anche nel Friuli Occidentale.
PUNTO DI VISTA
Si parlerà di sicurezza, e di reati connessi all’immigrazione, ma anche del futuro di tutti i migranti che nei prossimi mesi avranno completato l’iter dell’accoglienza e si saranno garantiti il diritto a rimanere in Italia con il permesso di soggiorno “lungo”. «Si dovranno organizzare dei centri - va avanti ancora Grizzo - anche per chi dovrà continuare ad essere accolto nel nostro paese». Ma al momento non si capisce dove si potranno trovare gli spazi per altre “case comuni”. «L’importante - prosegue il vicesindaco - è che il Comune non debba spendere nemmeno un euro in più per gestire anche chi ha completato tutto l’iter dell’accoglienza. Dalle casse di Pordenone non usciranno soldi, dovranno arrivare tutti dallo Stato». E anche per questo motivo il Comune chiederà lo stop ai nuovi arrivi sul territorio. Certamente non sarà semplice giocarsi la carta dei “porti chiusi” di fronte a chi, rispondendo alle esigenze di ripartizione dettate da Roma, deve far fronte a una gestione pragmatica e quotidiana di un problema certamente non dipendente dalla volontà di un prefetto. Maria Rosaria Maiorino è stata chiara, sin dal giorno del suo insediamento. Ha messo al primo posto i diritti della popolazione residente, cioè dei pordenonesi, poi la certezza della legge che deve valere erga omnes e il cui rispetto dev’essere certo e garantito. Ha posto l’accento sulla necessità che i richiedenti asilo antepongano il dovere di integrarsi al diritto all’accoglienza. Ecco la prima sponda su cui potrà contare la delegazione del Comune.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino