PORDENONE - Smog alle stelle da giorni, ma mancano i controlli. E le sanzioni. Da una decina di giorni il Pm10 supera i limiti, ma nessuno controlla se i divieti (temperature...
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IL PROGETTO
«Ad un progetto condiviso da dieci comuni dell’area pordenonese (Azzano Decimo, Cordenons, Fiume Veneto, Pasiano, Porcia, Pordenone, Prata, Roveredo, San Quirino e Zoppola), che hanno scelto di ridurre le emissioni da riscaldamento e da fuochi all’aperto, se ne dovrebbero aggiungere prossimamente altri dieci: da San Vito al Tagliamento a Chions, da Sacile a Fontanafredda. La volontà – ricorda l’assessore all’Ambiente Stefania Boltin – è quella di dare un segnale forte: nuove regole per ridurre le emissioni nocive e respirare meglio tutti. Ma soprattutto controlli mirati, specie agli impianti di riscaldamento, che dovranno essere definiti e concordati nei prossimi incontri. Ognuno di noi sarà chiamato a fare la propria parte. Assumere comportamenti attenti e responsabili è di fondamentale importanza per tutelare la nostra salute e salvaguardare l’ambiente in cui viviamo». Se a Pordenone il numero dei superamenti (per quanto riguarda le pm10) del limite della media oraria (nell’anno solare corrente) è pari a 11, a Morsano si è arrivati a 18, a Sacile addirittura a 20. Va ancora peggio a Brugnera dove i superamenti si attestano a 24. Va meglio, invece, a Porcia e Vivaro. Boltin spera nell’arrivo di nuove precipitazioni che, se da un parte andrebbero a riempire gli invasi, dall’altra ridurrebbero la presenza degli agenti inquinanti. «In questa fase - l’appello dell’assessore comunale all’Ambiente – invito tutti i cittadini, anche se lo smog è tornato sotto i limiti, a prestare la massima attenzione affinché vengano ridotte al massimo le emissioni in atmosfera». E’ importante, per esempio, ridurre di 2 gradi la temperatura media impostata internamente agli edifici: quella massima negli edifici adibiti a residenza, uffici, attività ricreative, di culto e sportive non può superare i 20 gradi. Negli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, invece, non può superare i 18. Sono esentati ospedali, cliniche, case di cura e di riposo, centri diurni, scuole o abitazioni in cui risiedono persone affette da malattie croniche. Così come è importante non usare stufe a legna.
LE SOLUZIONI
«La sostituzione della combustione domestica della legna - osserva Boltin - con altre forme di combustibile o riscaldamento, se disponibili, è altamente auspicabile. Sono esclusi i dispositivi dotati di marcatura Ce a bassa emissione che rispondano alle caratteristiche emissive specificate nel Piano. Altra questione è quella relativa all’accensione dei fuochi all’aperto».
Alberto Comiss Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino