Pensione a quota cento: fuga da ospedali, scuole e poste

Pensione a quota cento: fuga da ospedali e scuole
PORDENONE - È cominciata la corsa - negli sportelli sindacali e nei patronati - per le “pratiche” di Quota cento. I possibili pensionamenti avranno sicuramente...

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PORDENONE - È cominciata la corsa - negli sportelli sindacali e nei patronati - per le “pratiche” di Quota cento. I possibili pensionamenti avranno sicuramente delle conseguenze sia nel pubblico impiego che nel privato. In particolare a temere un possibile “esodo” verso la pensione è il sistema sanitario provinciale, ma anche le scuole e le poste. In pratica una fuga.  Sul fronte dei medici una buona quota - in particolare tra i primari - ha lasciato il posto di lavoro negli ultimi due anni: i requisiti di Quota cento (62 anni di età e 38 di contribuzione) potrebbero ora aprire le porte ad altri “camici bianchi”. Ma la vera “fuga” potrebbe essere quella degli infermieri e degli amministrativi della sanità.

NEGLI OSPEDALI
Negli ospedali e nei distretti territoriali - stando a una prima stima, numeri precisi ancora non ve ne sono - potrebbero essere parecchie decine i dipendenti che potrebbero scegliere la pensione anticipata. Tra il personale infermieristico e socio-sanitario molti dipendenti che sono vicini all’agognata pensione potrebbero («viste le condizioni di lavoro degli ultimi anni», evidenzia il sindacato del personale sanitario) approfittare e, nonostante qualche penalizzazione economica, andare in pensione. Una stima - di circa quaranta-cinquanta addetti - riguarda invece il personale dell’Aas5 che andrà comunque in pensione con i “vecchi” requisiti legati alla legge Fornero. A questi andranno sommati i dipendenti che saliranno sul “trampolino” di Quota cento. Bisognerà attendere alcune settimane ma è probabile che qualche decina di persone inoltrerà la domanda. Non manca qualche preoccupazione rispetto al numero dei medici che potrebbero lasciare. Anche se in questo caso ad arginare la possibile fuga potrebbe essere una “clausola” che è inserita nella norma: i medici che sceglieranno di andare in pensione con Quota cento non potranno poi, da liberi professionisti, avere un reddito da lavoro superiore ai 5mila euro lordi annui fino al compimento dei 67 anni, cioé l’età prevista dalla norma Fornero. Una sorta di tagliola che - visto che molti medici pubblici una volta in pensione continuano a esercitare da liberi professionisti - potrebbe disincentivare quei professionisti che hanno i requisiti della Quota cento ad andarsene.
NODO TAGLI
Numeri più importanti riguarderanno il personale infermieristico e amministrativo. La possibile fuga di personale potrebbe verificarsi proprio in contemporanea al taglio delle spesa sanitaria sul personale imposta dalla Regione già da quest’anno. Un taglio dell’1 per cento che si ripercuoterà sia sulle future assunzioni che sulla redistribuzione di quelle risorse economiche aggiuntive che, ormai da diversi anni e secondo le norme contrattuali, ogni anno vengono redistribuite al personale del comparto. La preoccupazione di Azienda e sindacato è volta proprio a questo “morsa”: possibile fuga di infermieri e impossibilità di assumere nuove figure per il blocco regionale sul risparmio. Una partita che si annuncia assai complicata.
PORTALETTERE

L’altro settore in cui non è esclusa una fuga è rappresentato dalle Poste. Proprio a ridosso di 18 nuove assunzioni di portalettere (11 già effettuate a dicembre, 7 entro febbraio, oltre a sei unità per la rete degli uffici) potrebbero farsi avanti le richieste di pre-pensionamento con la nuova norma. Anche in questo caso c’è solo una stima provvisoria: sui 550 dipendenti postali della provincia potrebbero esserci dalle 20 alle 30 richieste di quiescenza. Un numero che azzererebbe immediatamente le assunzioni di queste settimane.
Davide Lisetto Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino