Il parroco denuncia la fedele-stalker: al centro della contesa un sito web

Don Josè Italico Gerometta e la geologa triestina Eleonora Crupi
PORDENONE - È finita sui tavoli dell’autorità giudiziaria di Pordenone la vicenda che, da mesi, vede contrapporsi il parroco di Vito d'Asio (e ora anche di...

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PORDENONE - È finita sui tavoli dell’autorità giudiziaria di Pordenone la vicenda che, da mesi, vede contrapporsi il parroco di Vito d'Asio (e ora anche di Clauzetto), don Josè Italico Gerometta, e la geologa triestina Eleonora Crupi, da tempo domiciliata in Val d'Arzino.




Al centro della spinosa questione la gestione del sito internet delle parrocchie della valle. Per cercare di evitare le aule del Palazzo di Giustizia, la donna si era anche appellata alla Curia, ma ogni tentativo è risultato vano anche perché, nel frattempo, il sacerdote ha fatto aprire un procedimento per stalking nei suoi confronti.



Un’azione che prevede un ammonimento da parte del Questore, poiché secondo il prete, la Crupi avrebbe inviato numerose email ed sms, continuando a pubblicare sul proprio sito internet, realizzato a suo tempo a nome della parrocchia, i bollettini parrocchiali, rifiutandosi di trasferire la titolarità del dominio alla parrocchia o a un ente ecclesiastico.



Immediata la reazione della geologa, la quale ha depositato una querela per l'ipotesi di reato di diffamazione e calunnia nei confronti del parroco. «Ho provato in ogni modo a evitare questa situazione spiacevole - ha commentato la donna - ma è diventata insostenibile. E il silenzio della Diocesi è assordante, nonostante le rassicurazioni ricevute sulla volontà di trovare una soluzione ad una vicenda kafkiana, visto che il sito è mio, l'ho progettato e pagato io e sono sempre io che da mesi chiedo al parroco di tutelarmi da una campagna di ingiurie e minacce che mi sono state recapitate. Insomma, la vittima di questa assurda vicenda sono io e mi devo pure difendere dall'accusa di essere uno stalker. È incredibile».



«In base alla situazione che si è andata creando - scrive Crupi nella denuncia - devo riconoscere che ho paura per me e per mia madre di ritornare in quei luoghi. Visto l'impegno denigratorio messo in atto da anonimi per volermi distruggere, viste le lettere ed i messaggi, sempre anonimi e mai stigmatizzati da alcuno, visto il clima che si è instaurato, non mi sento sicura. È una situazione che sta logorando fisicamente e moralmente sia me sia mia madre che ha una certa età». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino