Italia Nostra: «Non si devono abbattere le antiche mura della città»

Un tratto dell'antica cinta muraria di Pordenone
PORDENONE Le antiche mura della città - finite al centro di una bufera politica poiché corrono il rischio di essere abbattute nella parte in fondo a vicolo del...

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PORDENONE Le antiche mura della città - finite al centro di una bufera politica poiché corrono il rischio di essere abbattute nella parte in fondo a vicolo del Lavatoio - ricevano un'ancora di salvataggio dall'associazione Italia Nostra. Il sodalizio nazionale più importante sul fronte della tutela dei beni storici, artistici e medievali ha inserito il caso dell'ultimo tratto rimasto di cinta muraria di Pordenone, nella Lista Rossa. Una sorta di agenda-campagna dei beni maggiormente meritevoli di salvaguardia. «Siamo venuti a conoscenza - ha spiegato Roberto Caragnolini, responsabile per Italia Nostra di Udine e Pordenone - di questa sitauzione. E pure non entrando nel merito dell'iter autorizzativo in corso, riteniamo che quel bene culturale vada salvaguardato. È poi importante e positivo che si sia mossa la comunità locale a tutela di un elemento del passato che, evidentemente, rappresenta oltre che un valore storico-architettonico anche un aspetto identitario per la comunità pordenonese. È per questo che abbiamo ritenuto di dargli un rilievo anche istituzionale inserendolo nella lista rossa».

 

Per i beni che finiscono in questa lista scatta automaticamente anche una segnalazione alla soprintendenza.


«Quelle mura - si legge nella motivazione di inserimento - sono l'ultimo tratto rimasto in città della forma urbis antica. Una litografia del '600 attesta che le mura di cinta eretta a delimitazione della città antica si trovavano esattamente dove oggi si trova il lacerto oggi a rischio, cioé immediatamente dietro il duomo cittadino. Risale invece al 1792 un documento che menziona un Vicolo degli Andadori che correva lungo le mura cittadine sin dai tempi della loro costruzione». Nel documento di Italia Nostra si aggiunge: «È interessante notare come già 150 anni fa le pulsioni di modernità portarono qualcuno all'idea dell'abbattimento delle mura, ostacolo naturale a una certa idea di espansione cittadina ma che nel 1820 il commissario del governo austriaco ordinò l'immediata sospensione dei lavori di demolizione». Intanto anche l'associazione pordenonese Aqua Nova ha lanciato un appello all'amministrazione in difesa delle mura: «Ancora oggi - sottolinea il presidente Arnaldo Grandi - rimpiangiamo l'abbattimento del nobile interrompimento. Facciamo in modo di evitare altri errori ai danni della storia e della memoria». 
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Il Gazzettino