PORDENONE - Non c'è solo la vicenda di Anass Abu Jaffar a Nordest. I Carabinieri del Ros - infatti - hanno eseguito a Pordenone un decreto di espulsione per motivi di...
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Il monitoraggio dei soggetti vicini a Mesinovic ha portato a ricostruire la «filiera» di reclutamento dei jihadisti in Italia, in alcuni casi nelle comunità islamiche del Nord-Est. Osmanoski è stato individuato come presunto braccio destro di uno dei principali indagati. Il 30 ottobre scorso la sua abitazione è stata perquisita dai Carabinieri che hanno sequestrato materiale di stampo jihadista, tra cui sermoni dell'Imam Ebu Muhammed, musulmano bosniaco legato a movimenti salafiti di ideologia «Takfir» della moschea Sahaba di Vienna, sospettato di collegamenti con l'attentato terroristico contro la stazione di Polizia di Bugojno (Bosnia Herzegovina) nel dicembre 2010, e prediche dell'Imam Nusret Imamovic, di recente segnalato in Siria per sostenere l'organizzazione qaedista «Al Nusra». Osmanoski, secondo gli elementi raccolti dal Ros, avrebbe improntato il suo stile di vita secondo i dettami salafiti, che imponeva anche ai suoi familiari.
Il provvedimento è solo uno dei risultati dell’attività investigativa avviata dal Ros a seguito del decesso di Ismar Mesinovic, il bosniaco foreign fighter partito da Longarone e morto in Siria nel gennaio del 2013. Il monitoraggio dei soggetti vicini a Mesinovic, che gravitavano soprattutto nel Bellunese e Pordenonese hanno permesso di ricostruire la filiera di reclutamento e instradamento dei jihadisti residenti in Italia.
Il Gazzettino