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PORDENONE - Il clima è pesantissimo, da vecchio mondo. Una piccola Guerra fredda in salsa pordenonese su un evento che la Guerra fredda (quella vera) era chiamato a ricordarla, assieme alle sue vittime innocenti. Nell’estremo lembo occidentale del Friuli Venezia Giulia va in scena una contrapposizione politica e ideologica a tutto campo. E tra l’associazione dei partigiani e il Comune la rottura diventa totale. Chissà quanto sanabile e chissà in quanto tempo. Lo scontro sulla giornata per ricordare i morti dei regimi comunisti (iniziativa pensata dal Comune per il 9 novembre e firmata dall’assessore alla Cultura Alberto Parigi) diventa guerra istituzionale. In campo scendono i “pezzi da novanta”. All’attacco dell’Anpi, che ha definito l’amministrazione pordenonese «di estrema destra» segue infatti l’ira del sindaco Alessandro Ciriani, fratello del neo-ministro per i Rapporti col Parlamento Luca, di Fratelli d’Italia. E si consuma la frattura, con conseguenze sia politiche che formali al momento imprevedibili.
IL CONTRATTACCO
Alessandro Ciriani non ha mai avuto bisogno di abbarbicarsi al politicamente corretto.
LO SCONTRO
I rapporti tra l’Anpi e il Comune sono al minimo storico. L’aria è quella di un incidente diplomatico. Il presidente dell’associazione Parpinel non si era risparmiato, parlando di una «giunta di estrema destra che ha gettato la maschera». Tutto perché a nascere era stata una giornata per ricordare le vittime dei regimi del comunismo. Non dei comunisti italiani, sia bene inteso. «L’Anpi - prosegue Ciriani - non ha mai visto mancare la collaborazione del Comune. Siamo sempre stati equilibrati. Le affermazioni di Parpinel però sono estremamente gravi e richiedono delle scuse a stretto giro. Il 9 novembre cadde il Muro di Berlino, se e andò l’impero del male dall’Europa. Anche l’Anpi sia onesta dal punto di vista intellettuale, non siamo solo noi che governiamo a doverci muovere sulle uova. Ci accusano di essere di estrema destra e poi dovremmo celebrare assieme il 25 aprile? Ora come ora sarebbe difficile collaborare. Ecco cosa potrebbe fare l’Anpi: partecipare con noi alla commemorazione delle vittime del comunismo. In realtà, però, sono loro ad aver gettato la maschera. Ne parlerò con il prefetto».
IL PARLAMENTARE
Secondo intervento anche da parte dell’onorevole di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido: «L’Anpi conferma la tendenza a dimenticare quello che risulta scomodo. Le istituzioni, invece, devono ricordare tutte le vittime e condannare tutti i totalitarismi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino