Impronta su un proiettile. La difesa: «Portebbe scagionare Ruotolo»

Giosuè Ruotolo con la fidanzata Rosaria
PORDENONE - L’avvocato Roberto Rigoni Stern che difende Giosuè Ruotolo riflette su alcuni elementi riscontrati nei laboratori del Ris di Parma. C’è, ad...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE - L’avvocato Roberto Rigoni Stern che difende Giosuè Ruotolo riflette su alcuni elementi riscontrati nei laboratori del Ris di Parma. C’è, ad esempio, il proiettile recuperato nella pistola rimasta in acqua sei mesi dopo il delitto. È stata individuata un’impronta, ma non è utilizzabile perché la legge prevede che, per una comparazione, servono 16 punti di confronto. «Che cosa succederebbe - osserva il legale di Giosuè Ruotolo, il ventiseienne sospettato del delitto - se l’impronta trovata fosse parzialmente leggibile e i 5 o 6 punti punti di confronto non fossero riconducibili a Giosuè? Ripeto, non c’è prova materiale del fatto». Insomma, se la semiautomatica Beretta 7,65 ritrovata nel laghetto del parco di San Valentino lo scorso settembre non verrà collegata a Ruotolo, il processo resterà indiziario...

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino