PORDENONE - Non avevano i soldi per aggiungersi ai compagni e prendere lo stesso pullman che avrebbe portato la classe (anzi, sarebbe più corretto dire le classi,...
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IL COMMENTO
La dirigente, Teresa Tassan Viol, cerca di minimizzare, o meglio di far passare per normale ciò che in realtà nella società di oggi normale non lo è affatto. «È vero - conferma - alcuni alunni hanno contribuito al pagamento della gita scolastica dei compagni meno fortunati, perché da noi tutti devono essere aiutati e tutti devono avere le stesse possibilità educative e ricreative. Ma credo che la stessa cosa avvenga anche in altre scuole».
In realtà al Leopardi-Majorana, il lieco per eccellenza in città, ad aiutare alcuni ragazzi di nazionalità straniera non sono stati solamente i giovani, cioè i compagni di classe, ma anche alcuni insegnanti e genitori, particolarmente colpiti dalla situazione che coinvolgeva i ragazzi meno fortunati del gruppo. «La colletta ha fatto in modo che tutti potessero partecipare ai viaggi - ha confermato Teresa Tassan Viol -, e l'aiuto è arrivato in modo trasversale, anche se chi l'ha dato non vorrebbe fare grande pubblicità del suo gesto». La pubblicità, però, in questi casi non si può dirigere dall'alto. È automatica, e per una volta è anche educativa: dalle aule del Leopardi-Majorana è arrivata la lezione più importante, che non aveva niente a che fare con la fisica e la matematica. È stata molto meno fredda: ha insegnato a tutti che superando le barriere si può diventare tutti uguali, basta condividere un po' della fortuna ereditata dai propri genitori.
Marco Agrusti
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Il Gazzettino