I compagni di classe stranieri non hanno soldi per la gita scolastica: scatta la colletta

I compagni di classe stranieri non hanno soldi per la gita scolastica: scatta la colletta
PORDENONE - Non avevano i soldi per aggiungersi ai compagni e prendere lo stesso pullman che avrebbe portato la classe (anzi, sarebbe più corretto dire le classi,...

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PORDENONE - Non avevano i soldi per aggiungersi ai compagni e prendere lo stesso pullman che avrebbe portato la classe (anzi, sarebbe più corretto dire le classi, perché non si tratta di un caso solo, bensì di alcuni episodi differenti ma identici nello spirito) in gita scolastica. Sarebbero rimasti a casa, distinguendosi dal resto del gruppo e creando dei casi ancora più rumorosi. Ma in classe non è stato considerato ammissibile lasciare fuori dal branco i compagni, quindi è scattata la colletta, e l'esempio di solidarietà è arrivato proprio dal liceo simbolo della componente più benestante della città: il Leopardi-Majorana. La storia contiene tutti gli elementi per essere raccontata: si tratta innanzitutto di alunni italiani e pordenonesi che tendono la mano per aiutare alcuni compagni di classe stranieri, e già qui ci si potrebbe fermare. In realtà c'è dell'altro. In ballo, infatti, non c'era la fruizione di un  servizio indispensabile, ma un momento che oltre ad essere educativo è anche e soprattutto ricreativo, come appunto un viaggio d'istruzione. Per questo è scattata la mobilitazione, basata sul principio che al Leopardi-Majorana di Pordenone nessuno deve restare in disparte, soprattutto se l'emarginazione deriva da fattori meramente economici riconducibili allo stato familiare che sta alle spalle dei ragazzi, assolutamente non responsabili delle finanze di mamma e papà.

IL COMMENTO
La dirigente, Teresa Tassan Viol, cerca di minimizzare, o meglio di far passare per normale ciò che in realtà nella società di oggi normale non lo è affatto. «È vero - conferma - alcuni alunni hanno contribuito al pagamento della gita scolastica dei compagni meno fortunati, perché da noi tutti devono essere aiutati e tutti devono avere le stesse possibilità educative e ricreative. Ma credo che la stessa cosa avvenga anche in altre scuole».

In realtà al Leopardi-Majorana, il lieco per eccellenza in città, ad aiutare alcuni ragazzi di nazionalità straniera non sono stati solamente i giovani, cioè i compagni di classe, ma anche alcuni insegnanti e genitori, particolarmente colpiti dalla situazione che coinvolgeva i ragazzi meno fortunati del gruppo. «La colletta ha fatto in modo che tutti potessero partecipare ai viaggi - ha confermato Teresa Tassan Viol -, e l'aiuto è arrivato in modo trasversale, anche se chi l'ha dato non vorrebbe fare grande pubblicità del suo gesto». La pubblicità, però, in questi casi non si può dirigere dall'alto. È automatica, e per una volta è anche educativa: dalle aule del Leopardi-Majorana è arrivata la lezione più importante, che non aveva niente a che fare con la fisica e la matematica. È stata molto meno fredda: ha insegnato a tutti che superando le barriere si può diventare tutti uguali, basta condividere un po' della fortuna ereditata dai propri genitori.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino