PORDENONE - All’ennesimo cassonetto bruciato, con un provvedimento firmato, il vicesindaco Eligio Grizzo ha disposto il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per la...
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L’ALLARME
«Anche se può sembrare una situazione circoscritta e senza molti problemi per lo spegnimento - informano dal Comando provinciale - in un contenitore sono presenti molte tipologie di prodotti conferite dai cittadini, la cui combustione genera gas tossici e cancerogeni che impongono ai vigili del fuoco di operare con la massima cautela indossando gli stessi dispositivi di protezione individuale che si utilizzano per i grandi incendi». L’area dove la piromane ha deciso di appiccare il fuoco ai cassonetti riguarda due zone circoscritte della città: il quartiere delle Grazie e viale della Libertà con le vie limitrofe. Qui, in particolare, i residenti avevano sottolineato di avere paura, di non sentirsi al sicuro; stanchi, nel cuore della notte, di essere svegliati dal suono delle sirene dei mezzi dei pompieri. Temevano, infatti, che la situazione potesse degenerare, anche perché le fiamme avrebbero potuto propagarsi ad auto in sosta e agli edifici vicini.
I NUMERI
La conta dei cassonetti bruciati è arrivata a venti. I danni – contando che ogni contenitore di carta e plastica costa all’incirca 700 euro (ai quali si vede aggiungere l’iva) – ammontano a più di 14mila euro. Soldi, questi, che dovranno essere spalmati sulla collettività. «E’ una situazione che sta creando delle tensioni tra i cittadini, che, invece, hanno tutto il diritto di vivere tranquilli e, a maggior ragione, di poter riposare la notte». Anche perché, come teme il vicesindaco Grizzo, c’è il rischio che qualcuno possa emulare le gesta della 25enne. «Il che – sottolinea – sarebbe gravissimo e, al contempo, esporrebbe nuovamente città e residenti a rischi e costi non di poco conto».
Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino