Brucia 20 cassonetti nella notte: smascherata 25enne piromane e disposto il Tso

Uno dei venti cassonetti bruciati dalla giovane piromane
PORDENONE - All’ennesimo cassonetto bruciato, con un provvedimento firmato, il vicesindaco Eligio Grizzo  ha disposto il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per la...

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PORDENONE - All’ennesimo cassonetto bruciato, con un provvedimento firmato, il vicesindaco Eligio Grizzo  ha disposto il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per la 25enne piromane di Pordenone alla quale sono stati addebitati gli incendi di venti cassonetti di carta e plastica. È giunta così all’epilogo, grazie alla sinergia tra amministrazione comunale, Azienda sanitaria, polizia locale, polizia di stato e carabinieri, una vicenda che, iniziata l’8 agosto, cominciava a destare non poca preoccupazione tra i cittadini. La  giovane donna, che ha ammesso tutte le responsabilità, ma che continuava ad appiccare le fiamme in orario notturno, domenica notte è stata condotta dalla polizia direttamente in Questura dov’è stata nuovamente denunciata. Poi il ricovero coatto in psichiatria.  E’ stata poi trattenuta sino a quando ieri pomeriggio il vicesindaco ha disposto nei suoi confronti il  tso stabilendo così il ricovero coatto nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Pordenone. «Si tratta di una persona già conosciuta ai Servizi sociali – ha evidenziato Grizzo – e che aveva bisogno di essere aiutata. Non è normale, infatti, che una 25enne madre di una bimba, trascorra la notte a dare fuoco ai bidoni di carta e plastica. Dopo episodi reiterati e dopo aver consultato due specialisti medici, ieri pomeriggio ho disposto il Tso». Del resto non era più tollerabile una situazione che andava avanti da più di due settimane e che ha causato il rogo di venti cassonetti. Gli ultimi quattro incendi erano stati appiccati domenica notte tra le 21.30 e le 4 in via Gaspare Narvesa, viale della Libertà e via Rosaccio. Anche in questo caso erano dovuti intervenire i vigili del fuoco di Pordenone per spegnere le fiamme.

L’ALLARME
«Anche se può sembrare una situazione circoscritta e senza molti problemi per lo spegnimento - informano dal Comando provinciale - in un contenitore sono presenti molte tipologie di prodotti conferite dai cittadini, la cui combustione genera gas tossici e cancerogeni che impongono ai vigili del fuoco di operare con la massima cautela indossando gli stessi dispositivi di protezione individuale che si utilizzano per i grandi incendi». L’area dove la piromane ha deciso di appiccare il fuoco ai cassonetti riguarda due zone circoscritte della città: il quartiere delle Grazie e viale della Libertà con le vie limitrofe. Qui, in particolare, i residenti avevano sottolineato di avere paura, di non sentirsi al sicuro; stanchi, nel cuore della notte, di essere svegliati dal suono delle sirene dei mezzi dei pompieri. Temevano, infatti, che la situazione potesse degenerare, anche perché le fiamme avrebbero potuto propagarsi ad auto in sosta e agli edifici vicini.
I NUMERI

La conta dei cassonetti bruciati è arrivata a venti. I danni – contando che ogni contenitore di carta e plastica costa all’incirca 700 euro (ai quali si vede aggiungere l’iva) – ammontano a più di 14mila euro. Soldi, questi, che dovranno essere spalmati sulla collettività. «E’ una situazione che sta creando delle tensioni tra i cittadini, che, invece, hanno tutto il diritto di vivere tranquilli e, a maggior ragione, di poter riposare la notte». Anche perché, come teme il vicesindaco Grizzo, c’è il rischio che qualcuno possa emulare le gesta della 25enne. «Il che – sottolinea – sarebbe gravissimo e, al contempo, esporrebbe nuovamente città e residenti a rischi e costi non di poco conto».
Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino