Si torna a investire sul mattone: in provincia è boom di acquisti

In provincia si torna a investire sul mattone
 PORDENONE - Il mercato immobiliare pordenonese nel secondo semestre dell’anno appena andato in archivio ha registrato le migliori performance in regione, segnando un...

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 PORDENONE - Il mercato immobiliare pordenonese nel secondo semestre dell’anno appena andato in archivio ha registrato le migliori performance in regione, segnando un +4,2%, seguito da quello della provincia di Trieste con il +3,1, mentre sono calate vistosamente le trattative andate a buon fine a Gorizia, che tocca il -4,9% e a Udine, con una contrazione dell’1,8%. Questa la fotografia della situazione elaborata del portale nazionale Immobiliare.it, che incrocia i dati degli operatori sul territorio con quelli dell’Agenzia delle entrate.  Secondo l’analisi dell’Osservatorio di Immobiliare.it, locazioni e compravendite stanno dando buoni segnali in particolare a Pordenone, dove si registra non solo la crescita maggiore nelle compravendite, ma anche nel mercato degli affitti, che risulta in ripresa di 5 punti percentuali. «Trieste conferma invece il suo primato di città più cara anche nel settore delle locazioni con un prezzo al metro quadro che supera gli 8 euro. Gorizia, per contro, non è solo la più economica, ma anche la città che risulta maggiormente in sofferenza in Friuli, con canoni che a dicembre del 2018 hanno perso il 3,4% su base semestrale, mentre Udine ha chiuso l’anno con un +3,4 in sei mesi».

I PREZZI
Stefano Medici, presidente della Fimaa provinciale conferma il dato positivo, ma tiene a fare dei distinguo. «Le compravendite sono salite, in particolare quelle dell’usato, che in questo campo fa la parte del leone - sottolinea -, ma i prezzi non sono cresciuti. Anzi, l’anno si è chiuso con una contrazione dell’0,4%, rispetto dal 2017. È vero che anni fa il calo si aggirava attorno al 4% e quindi possiamo dire che i prezzi si stanno stabilizzando, ma la loro crescita è ancora lontana». In ogni caso, «sono in aumento i risparmiatori delusi, che cercano di investire di nuovo sul mattone, in cerca di una rendita che il mercato finanziario non è più in grado di dare. Con l’affitto, infatti, si possono ricavare dal 3 al 5% netto sul valore dell’immobile».
NUOVE COSTRUZIONI
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, Medici, si dice cautamente ottimista «perché sempre di più le imprese che stanno cominciando a edificare, magari al posto dell’esistente, alzando i piani, puntano alla riqualificazione urbana».
PATRIMONIO DEGRADATO
In città e dintorni, infatti, c’è un grande patrimonio nel degrado, risalente agli anni Sessanta e Settanta, non ristrutturato, senza ascensore, che fa davvero fatica a essere venduto. E lo stesso discorso vale per il mercato degli affitti, dove l’offerta di qualità è molto scarsa: «A fronte di una grande richiesta - dice Medici - si riescono a occupare anche in una sola giornata soltanto gli appartamenti che hanno una decina d’anni di vita, ben manutenuti e ben arredati. Per questi si può dunque selezionare l’affittuario. Mentre gli alloggi che erano della nonna, con le luci al neon e la cucina economica sono ovviamente destinati a rimanere sfitti». 
I NEGOZI SFITTI

Altra nota dolente, secondo il presidente della Fimaa, che annualmente pubblica il Borsino immobiliare della provincia, è quello degli affitti dei negozi. «In questo settore la crisi è grande - considera -. Speriamo che le cose combino con l’introduzione della cedolare secca per usi diversi, che farebbe calare i prezzi, e la relativa tassazione, tra il 10 e il 15%. Adesso molti proprietari, pur di non tenere i locali sfitti, con grande buona volontà offrono contratti a canone crescente per facilitare negozianti ed esercenti a insediarsi con maggiore facilità. Ma non è sufficiente».
Antonella Santarelli Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino