La città è prigioniera dei cantieri, ma il sindaco attacca: «Sciacalli»

La chiusura di via Mazzini interdetta anche ai pedoni
PORDENONE L’atmosfera è quella di un ground zero, con il rumore delle ruspe più forte di quello delle macchine. Via Cappuccini, via Brusafiera, la metà...

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PORDENONE L’atmosfera è quella di un ground zero, con il rumore delle ruspe più forte di quello delle macchine. Via Cappuccini, via Brusafiera, la metà di via San Valentino, via Candiani (alberi già tagliati), corso Vittorio, l’accesso al corso Garibaldi da via Damiani (a breve in chiusura), e poi la più chiacchierata delle ultime ore, via Mazzini. Il centro cittadino è per metà transennato, e stando al cronoprogramma, questo è solo l’inizio.  Come dire che la città è prigioniera dei cantieri. Ma il sidnaco Ciriani va all'attacco:   In queste ore, lungo le vie del centro, c’è un cantiere che monopolizza l’attenzione: è quello di via Mazzini, e ci sono tre novità. Una, già anticipata ieri, ha fatto ulteriormente arrabbiare i pedoni diretti in stazione dal centro e viceversa. I varchi aperti dalle otto di sera alle otto di mattina, promessi dall’amministrazione, sono rimasti solo sulla carta. Chi si è trovato a dover raggiungere la stazione con il buio, infatti, è stato costretto comunque a deviare verso il parco Querini. Un’avventura che in molti avrebbero evitato volentieri, soprattutto vista l’oscurità dei sentieri che attraversano l’area verde. 

La seconda notizia l’ha data ieri il sindaco Alessandro Ciriani. Visto lo stato di avanzamento dei lavori in via Mazzini, infatti, da oggi i varchi «torneranno sicuramente aperti ai pedoni». La promessa è firmata dal primo cittadino. 
La terza novità riguarda invece il marciapiede sul quale si affaccia la maggior parte degli esercizi commerciali che insistono sul tratto (ex) alberato di via Mazzini: «La prossima settimana - spiega Umberta Bottos dal bancone dell’alimentari - hanno annunciato che dovranno rompere il marciapiede, quindi dovremo chiudere, tanto da noi non verrà nessuno». Poi il cantiere si sposterà in direzione di piazzetta Cavour. Sarà la fase due, che si preannuncia già calda. 
LE PROTESTE
Alcuni pedoni, poco attenti ai cartelli installati dal Comune che segnalavano e segnalano i percorsi alternativi per raggiungere il centro o la stazione ferroviaria, sono rimasti “imbottigliati” nel cantiere, e come in un labirinto sono stati costretti a tornare indietro per riguadagnare la via d’uscita. Altri invece hanno fatto ciò che non dovevano, spostando i plinti in cemento che sorreggono le barriere, e creando così proprio quel varco che era stato promesso nella primissima fase dei lavori. In generale il coro di proteste è stato capitanato dai pendolari, abituati a percorrere via Mazzini una volta scesi dal treno o dall’autobus. Al secondo posto i commercianti, poi gli avversari politici del primo cittadino. 
PERCORSO A OSTACOLI

A bordo di un’auto si arriva da via Oberdan. Dopo il curvone che mette nel mirino la stazione non si può girare a sinistra, perché via Mazzini è chiusa. Si arriva al semaforo di via Pola, ma la svolta a destra è interdetta perché il sottopasso di via Cappuccini è sbarrato. Per chi viene dal Bronx c’è ancora un anacronistico semaforo in funzione, anche se al momento non serve. La chiusura di via Rivierasca è alle spalle, e finalmente si scorre. Poi, però, addentrandosi in centro si incontrano sia il senso unico alternato di via San Valentino che il blocco improvviso in via Brusafiera, il quale impedisce di proseguire verso la curva che si affaccia su piazzetta Cavour. Tra poco toccherà ad esempio all’accesso a corso Garibaldi da via Damiani, mentre ci sono già i lavori in corso Vittorio. E a ciò si deve aggiungere il riposizionamento della statua di San Giorgio sul campanile. Per poi aspettare viale Marconi o piazza della Motta. È una sfida totale, per il cambiamento ma anche nei confronti della pazienza dei pordenonesi. 
Marco Agrust Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino