PORDENONE - Due famiglie si contendono da quattro anni Milady, un cane Labrador femmina. L'animale era stato sequestrato dalla polizia locale a fine 2015, dopo una...
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IL SEQUESTRO
Milady, una volta sequestrato, era stato affidato al canile di Villotta dove al Labrador era state prestate tutte le cure ed attenzioni del caso. Durante i primi mesi in canile aveva riacquisito fiducia verso le persone, mostrando un particolare attaccamento nei confronti di una volontaria che, a sua volta, si era affezionata a lei. Senza perdere altro tempo, a maggio dell'anno successivo la volontaria ed il marito avevano fatto istanza alla Procura di Pordenone chiedendo di diventarne gli affidatari dell'animale. Ottenuta risposta favorevole, il cane aveva iniziato la sua nuova vita in famiglia insieme ad un altro cagnolino, già presente, diventato per lei come un fratello. Tutto procede magnificamente, la famiglia acquista addirittura una nuova casa, più grande, con un giardino adatto proprio ai cani quando, all'improvviso, nei giorni scorsi arriva la temuta notizia. Il proprietario del Labrador, imputato del reato di abbandono di animali, aveva chiesto ed ottenuto di definire il processo con la messa alla prova: in pratica lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Questa norma, introdotta nel 2014, all'esito positivo del periodo di prova consente di ottenere una pronuncia di proscioglimento. Così il reato è dichiarato estinto.
NESSUNA CONDANNA
Non essendoci dunque condanna il giudice dispone il dissequestro del bene oggetto del reato (il cane, in questo caso) e la sua restituzione all'avente diritto (il primo proprietario). A questo punto la famiglia affidataria cade nella più totale disperazione. Dopo più di tre anni, si vede costretta a restituire ieri mattina il cane. C'è pochissimo tempo per fare qualcosa e tanto il canile, quale custode giudiziale che l'affidataria, si rivolgono all'avvocato Alessandra Marchi. Il legale, proprio ieri mattina, ha presentato un'istanza urgente al giudice con la quale ha chiesto la sospensione dell'esecuzione della sentenza per svariate motivazioni. Non da ultimo il benessere dell'animale. Sono infatti trascorsi tre anni da quando il cane vive stabilmente nella sua (nuova) famiglia, insieme all'altro cagnolino, con coloro che le hanno garantito non solo il mantenimento e le necessarie cure veterinarie ma l'hanno amata e si sono presi cura di lei, instaurando un fortissimo legame e rapporto affettivo. E' evidente - lo hanno detto all'unanimità in generale gli esperti consultati - che il cane sradicato dal suo ambiente svilupperebbe sintomi da ansia e da separazione anche molto gravi, rendendolo di fatto ingestibile. Senza escludere episodi di aggressività da non sottovalutare qualora nella famiglia ci fossero bambini ai quali il cane non è abituato.
IN CANILE
Ieri mattina a Villotta, all'incontro previsto per la consegna del cane, gli animi, com'era previsto, erano molto tesi. «Fortunatamente - chiarisce l'avvocato Marchi - il confronto e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti ha fatto sì che, anche in attesa del pronunciamento del giudice o di una decisione di chi rivuole il cane, sia stato possibile prendere qualche giorno in più».
Alberto Comisso
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Il Gazzettino