Pordenone Calcio, Ciriani "promette" lo stadio in città: «Indipendentemente dai risultati»

Il Pordenone a Lignano
PORDENONE - «Lo stadio si farà indipendentemente dai risultati del Pordenone calcio». La promessa arriva dal sindaco Alessandro Ciriani che con...

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PORDENONE - «Lo stadio si farà indipendentemente dai risultati del Pordenone calcio». La promessa arriva dal sindaco Alessandro Ciriani che con l’assessore Cristina Amirante avrebbe dovuto incontrare ieri il presidente dei Ramarri, Mauro Lovisa, per cominciare a parlare, in maniera seria, di un progetto ad ampio respiro. Tutto rimandato probabilmente alla settimana prossima, però, dal momento che Amirante è risultata positiva al Covid. 


IL QUADRO


Il Pordenone calcio non sta vivendo un buon momento. In serie B la squadra affidata a mister Tedino è penultima e, benché nel calcio tutto sia possibile, raggiungere la salvezza pare un qualcosa di molto complicato. Tra l’altro, a proposito di stadio, in questo momento Lovisa non avrebbe la forza economica di farsi carico, da solo, di un investimento milionario. È logico, quindi, che si dovrà ricorrere a contributi europei oppure a quei fondi che il Coni mette a disposizione. Potrebbero volerci almeno 15 milioni di euro. Poco male se a Pordenone arrivassero i soldi. Il problema è che i tempi si prospettano molto lunghi: non meno di cinque anni per vedere realizzata la struttura, quando il privato potrebbe realizzarla nel giro di due o massimo tre anni. I ragionamenti, in questa fase, sono molteplici. C’è l’idea di costruire uno stadio con materiali in gran parte riciclati ma non è l’unica. C’è poi la questione dei posti a sedere: si era parlato di una struttura capace di ospitare dalle 6 alle 8mila persone ma ampliabile a seconda delle necessità. 


L’ANNUNCIO


Tutto andrà però tarato in base alle possibilità di ricevere contributi pubblici. «Pordenone - rompe gli indugi Ciriani - ha bisogno di uno stadio, indipendentemente dai risultati della sua squadra. La città necessita di spazi per manifestazioni ed eventi ma anche per partite di calcio: una struttura versatile. Non siamo più di fronte ad una chimera ma ci stiamo impegnando, come amministrazione, per portare avanti un lavoro serio. E ripeto: non può esserci capoluogo senza stadio». Fallito il tentativo di portare il Pordenone calcio a giocare la Serie B a Fontanafredda, dopo che la Regione si era impegnata a sborsare 2 milioni di euro per adeguare il “Tognon”, adesso si pensa ad una struttura da realizzare nel contesto cittadino. Ad una condizione: «Evitare il consumo di suolo», anticipa l’assessore Amirante. 


I PRECEDENTI


L’ultima volta che sindaco ed assessore si erano incontrati con Lovisa risale all’autunno scorso. Poi, però, i contatti tra le parti si erano interrotti ed erano ripresi proprio di recente con la promessa che un incontro sarebbe stato fissato ad inizio 2022. «Le premesse per arrivare ad un qualcosa di concreto – esordisce Amirante – ci sono tutte e, soprattutto, senza andare a compromettere parti di territorio per vedere realizzata un’infrastruttura che riteniamo essere utile. Per quanto riguarda invece le opere di urbanizzazione, quindi la viabilità, queste non dovranno essere funzionali soltanto allo stadio». L’ostacolo più grosso è quello di reperire le risorse. I bandi ai quali il Comune potrebbe partecipare sono previsti non prima della primavera, pertanto, usufruendo dei fondi che potrebbero essere messi a disposizione dalla Regione, si potrebbe anticipare la fase della progettazione preliminare dell’opera. C’è poi l’altro nodo da scogliere, quello della zona. «Delle idee ci sono già – fa sapere Amirante – e faccio riferimento a quell’area compresa tra la zona industriale di Vallenoncello e l’Interporto. Un’area appetibile, ben servita e soprattutto vicina all’autostrada. I terreni? Anche qui andrà fatta una riflessione ma, senza dubbio, una quota parte andrà acquistata». Anche l’assessore è convinto che il nuovo stadio non debba essere esclusivamente a servizio del Pordenone calcio. «Se il Bottecchia ormai ospita esclusivamente il ciclismo – è la sua osservazione – la nuova struttura potrebbe abbracciare altre discipline, all’interno di una cittadella dello sport, e, a seconda dei casi, ospitare eventi, manifestazioni e concerti vari». 

 

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Il Gazzettino