Pordenone. Avvocato muore nella casa di montagna, stroncato da un infarto

Giuseppe La Spada
PORDENONE - Lo hanno trovato morto nella casa delle vacanze a Poffabro in comune di Frisanco (Pordenone), dove era solito trascorrere il fine settimana. Era esanime a terra,...

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PORDENONE - Lo hanno trovato morto nella casa delle vacanze a Poffabro in comune di Frisanco (Pordenone), dove era solito trascorrere il fine settimana. Era esanime a terra, colpito probabilmente da una crisi cardiaca. Un infarto che non gli ha lasciato scampo. È morto così Giuseppe La Spada, 49 anni (ne avrebbe compiuti 50 il prossimo novembre), avvocato pordenonese molto conosciuto e stimato.




Da quanto si è appreso, l’avvocato l’altro giorno aveva deciso di andare da solo nella casa di Poffabro per trascorrere la giornata di sabato tra le montagne pordenonesi. Aveva deciso poi di restare anche a dormire pur essendo atteso ieri mattina a Pordenone nell’ex Fiera, dove c’era una gara di scherma alla quale partecipava il figlio. Nella serata di sabato doveva incontrarsi con i parenti che vivono a Maniago, ma non si era fatto vedere.



Dopo ripetute chiamate un cugino, preoccupato per non aver ricevuto risposta, aveva deciso di andare a casa sua. Arrivato sul posto la drammatica scoperta: Giuseppe La Spada era a terra, nel bagno. Inutili i soccorsi perchè l’avvocato era già morto. Al medico non è restato altro da fare se non accertarne il decesso. Il corpo è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Maniago a disposizione dell’autorità giudiziaria anche se si escludono responsabilità di terzi. Insomma, un malore fatale.



Giuseppe La Spada, residente a Pordenone in via Gorizia (lo studio professionale è in viale Martelli) lascia nella disperazione la moglie Laureen Crosman, pittrice, e il figlio Giovanni di 12 anni. Piangono la sua morte anche la mamma Elena Piazza, insegnante in pensione e le cugine Rossana, Mariarosa e Carla. A ricordarlo è proprio Mariarosa, medico. «Era un uomo che amava il raccoglimento, era profondo e capace di riflessioni accurate e significative. Aveva una grande professionalità sul lavoro e una forte libertà interiore».



Laureato in giurisprudenza all’Università di Padova aveva acquisito grande esperienza sul fronte dell’imputabilità e della responsabilità penale. Tanti gli hobby che nel tempo libero lo appassionavano tra cui la montagna e la pesca. Era anche un amante del canottaggio e del motocross, sport che aveva praticato. Seguiva il figlio Giovanni nella scherma e per stargli vicino era anche diventato dallo scorso luglio presidente del Club Scherma Pordenone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino