PORDENONE - Calano le multe in città, ma solo per quanto riguarda i divieti di sosta. Sul fronte delle altre contravvenzioni, invece, si registra un leggero incremento. ...
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È la fotografia dei primi quattro mesi dell’anno scattata dal Comando della polizia municipale e che fornisce le prime indicazioni sul fronte dei comportamenti degli automobilisti strade.
I numeri. Complessivamente le multe elevate in città da gennaio a fine aprile sono state 6 mila 400, con un leggero incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma se da un lato è pur vero che il divieto di sosta resta la contravvenzione più gettonata, per la prima volta dopo anni c’è da registrare un calo nel quadrimestre, pari a circa il 20 per cento. Lo scorso anno le multe erano state complessivamente intorno alle 16 mila. Se il trend dei primi quattro mesi troverà conferme anche negli altri periodi dell’anno il calo potrebbe aggirarsi introno alle 3 mila unità.
«Potrebbe essere che la crisi abbia indotto i pordenonesi e chi arriva in città da fuori - spiega il comandate, Arrigo Buranel - ad essere più attenti e quindi a evitare soste vietate. È comunque presto per avere una visione competa del fenomeno».
Il boom. Se il divieto di sosta ha avuto un calo, a fiorire sono stati altri due tipi di contravvenzioni, l’assenza della copertura assicurativa e la circolazione senza il collaudo dell’auto. Nel primo caso (assicurazione) l’aumento è stato intorno al 35 per cento, mentre è circa del 30 per cento quella relativa ai mancati collaudi. A fare la parte del leone l’autoscan, l’apparecchiatura voluta dai vigili (creava stress agli agenti) che sta stanando, soprattutto per la sicurezza degli automobilisti, chi viaggia senza la copertura assicurativa.
Le altre contravvenzioni. Non è stato ancora stilato nel dettaglio il report quadrimestrale, ma da quanto si apprende sarebbero in aumento le multe per la guida con l’utilizzo del cellulare, così come quelle della guida senza cintura, anche se i numeri degli aumenti non sono particolarmente significativi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino