Assessore in Vespa senza casco ripreso dal prete: «Cattivo esempio»

L'assessore Emanuele Loperfido in Vespa senza il casco
PORDENONE - Assessore comunale in vespa senza casco e scoppia la...

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PORDENONE - Assessore comunale in vespa senza casco e scoppia la polemica anche perchè a riprendelo è un sacerdote. «Le leggi non sono soggette alla coscienza individuale. Tanto più se a doverle rispettare sono i nostri amministratori, coloro che, prima di tutti, dovrebbero dare il buon esempio». La riflessione di monsignor Angelo Santarossa, una vita da cappellano militare, ha un unico obiettivo: scuotere le coscienze raccontando una vicenda alla quale ha assistito con occhi propri.  Dagli schermi di Telepordenone che il generale in pensione, classe 1933, ha riferito di un episodio che, come protagonista, ha avuto l’assessore Emanuele Loperfido. Colui che, sino a prova contraria, ha in mano la delega alla Sicurezza e alla Polizia locale. Il 6 gennaio, in occasione dell’ormai tradizionale rievocazione storica della Befana del vigile organizzata dal Vespa club Porcia, Pordenone è stata ‘’invasa’’ dalle storiche due ruote. In sella ad una di queste non è passata inosservata la presenza di Loperfido. Sin qui nulla di strano, se fosse per il seguito raccontato proprio dal monsignor che si trovava a pochi passi dall’assessore comunale. «Ahimè – Santarossa bacchetta Loperfido – guidava senza casco. A qualche metro di distanza c’era il comandante della polizia locale, Stefano Rossi, che avrebbe dovuto fermare la Vespa, redarguire l’assessore, ricordandogli l’obbligo di indossare il casco, ed elevargli una contravvenzione». Per la verità senza casco c’erano anche numerosi altri associati che correvano sulle due ruote lungo il Corso. Insieme al monsignore c’era un gruppetto di ragazzi, che si è rivolto al religioso ponendo un semplice quesito: «Perché l’assessore non indossa il casco e nessuno dice niente?» Mons. Santarossa racconta. «Li ho rassicurati - afferma spiegando che il comandante dei vigili, poco distante, avrebbe provveduto». Non è andata proprio così: «Rossi – ha evidenziato sempre il monsignore dagli schermi di Telepordenone – lo ha lasciato proseguire. Le leggi sono regole che governano la nostra comunità: in una democrazia non può essere diverso. Devo dire che in molti sono rimasti piuttosto perplessi». E anche sui social si è scatenata la polemica. Dal cando suo l’assessore Loperfido ha fatto valere le sue ragioni: «Ho tutto il rispetto nei confronti di monsignor Angelo Santarossa – le parole dell’assessore – ma palesemente non era il caso che uscisse con queste dichiarazioni. L’iniziativa, infatti, autorizzava, anche se per pochi metri, a percorrere un tratto di strada, “scortato” dalla polizia locale, praticamente a passo d’uomo. Lo ripeto: ai soli fini dell’iniziativa e per un tratto davvero limitato». A Loperfido è stato fatto notare che, a li di là di tutto, avendo in mano la delega alla Sicurezza e alla Polizia locale, avrebbe comunque dovuto indossare il casco, anche se si trattava di un percorso di pochi metri, dando così il buon esempio a tutti i presenti. Tra i quali, appunto, diversi ragazzini che immediatamente hanno manifestato il loro disappunto. Come detto pure sui social network, in particolare Facebook, qualcuno ha fatto notare il particolare del casco mancante sulla testa di Loperfido mentre, in sella alla Vespa, percorreva un tratto del centro di Pordenone. Qualcuno, mettendoci un pizzico di ironia, ha riesumato il film ‘’Il Vigile’’ e, in particolare, la multa elevata da Alberto Sordi, nei panni dell’agente di polizia al sindaco. Una contravvenzione per eccesso di velocità. ‘’Io in servizio non riconosco nessuno’’, replicava Sordi alle rimostranze del primo cittadino. «La bontà può diventare la più grande delle ingiustizie», secondo monsignor Santarossa.

Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino