PORDENONE - Sorpreso dalla figlia del sacrestano mentre armeggiava con fare sospetto attorno al contenitore delle offerte per l’accensione delle candele, ha dato in...
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L’episodio è accaduto ieri mattina, quando la messa delle 10 si era già conclusa, ma i pochi fedeli rimasti a pregare tra i banchi hanno rischiato di essere travolti dalla furia del 44enne pordenonese, peraltro di grossa corporatura, che neppure in tre sono riusciti a immobilizzare.
Il custode della chiesa, Ajtyresa Kole, vista la mala parata, dopo aver inutilmente cercato di calmare l’uomo, che urlava come un pazzo e sembrava alterato dall’alcol, e aver tentato senza esito di fermarlo con l’aiuto di due fedeli, ha deciso di chiuderlo dentro l’edificio sacro, in attesa dell’arrivo della polizia. In tre, ai quali si è poi aggiunto l’avvocato Pierantonio Gava (che ha lo studio nello stesso edificio), sono riusciti a tenere chiusa dall’esterno la grande porta in acciaio della Sacra Famiglia, che l’uomo spintonava con la forza di un’ariete, per non farlo scappare.
L’uomo infatti sembrava impazzito. Dopo aver rovesciato il tavolino con sopra tutto il necessario per la liturgia, ha ribaltato l’espositore delle candele, staccato le immagini dei santi e gettato a terra la statua della Madonna, alla quale si sono staccate le dita di una mano. Poi non riuscendo ad aprire la porta a spintoni ha incominciato a prenderla a pugni con una tale violenza che il metallo è rimasto ammaccato in più punti.
Oltre a due pattuglie della Questura, sul posto è arrivata anche l’ambulanza che ha portato l’uomo, poi risultato soffrire di disagio psichico, in ospedale, dove è stata valutata la possibilità di sottoporlo a un Tso, Trattamento sanitario obbligatorio.
Il Gazzettino