PORDENONE «Per mia figlia il regalo più grande sarebbe quello di poter conoscere la cantante Anastacia, uno dei tanti personaggi famosi che, sin dall’inizio, si...
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IL DESIDERIO
Ora il desiderio più grande del papà è quello che Elisa possa incontrare Anastacia. La bambina è ancora piccola, è vero, ma sono stati i continui racconti del padre a farla ‘’innamorare’’ della cantante americana. Difficilmente la bimba riuscirà ad avere il via libera dai medici per uscire dall’ospedale Bambin Gesù e, dunque, tornare nella ‘’sua’’ Pordenone per assistere al concerto del 5 luglio. «Sono convinto che potrebbe bastare anche un piccolissimo gesto, come una dedica, per far felice mia figlia. Adesso è ancora piccolina, è vero, ma un domani – è l’augurio del papà – sarebbe fantastico che, tra tanti ricordi, potesse spuntare un qualcosa di riconducibile ad Anastacia». Mentre parla Fabio ha la voce rotta dall’emozione. Sa perfettamente che Elisa non è ancora fuori pericolo di vita, anche se lo scoglio più grande è stato superato: «In questi mesi – racconta – io e mia moglie abbiamo vissuto momenti drammatici. Dopo il trapianto di midollo, la piccola è stata accolta nella camera sterile dalla quale è uscita dopo cinque mesi. «Durante questo periodo – il papà va a ritroso nel tempo – Elisa è stata colpita da una malattia seria, tipica di chi ha subito il trapianto, che ha dilato i tempi. Se da un lato è stata una ‘’mazzata’’, dall’altro è un bene che sia venuta: è più facile, almeno stando a quanto dicono i medici, che il midollo possa attecchire. C’è stato un momento, però, in cui io e mia moglie abbiamo avuto paura di perderla. Poi il cambio della cura ha cominciato a giovare».
LA LUCE
Fabio P. ora comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. «La vita di mia figlia – chiarisce – è fatta da alti e bassi. A giorni ride ed è felice, a giorni invece è triste perché sta male. Purtroppo, sino a quando non sarà completamente guarita, queste saranno situazioni che si riproporranno ancora. Tuttavia siamo felici perché, finalmente, siamo usciti da una situazione che pareva essere drammatica. E questo è un enorme passo avanti». Il papà non nasconde l’emozione quando ricorda le migliaia di persone che si sono mosse per salvare la piccola: «Io e mia moglie siamo ancora increduli: non ce lo saremmo mai aspettati che così tante persone si muovessero per un bambina di 11 chili. Forse saranno rimasti contagiati dal suo sorriso, dalla voglia di vivere che ha sempre trasmesso. Non ci sono altre guarire. Ma sarà necessario aspettare ancora sei o sette mesi, un anno esatto dal trapianto di midollo».
Alberto Comisso
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Il Gazzettino