Violenta aggressione in centro, rifugiato pestato a sangue dal branco: «Solo per una sigaretta»

PORDENONE - «Just for one cigarette». Solo per una sigaretta. Sono le quattro parole che Hazdrad Bilal, 23enne afghano, ripete piangendo seduto sul marciapiede....

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PORDENONE - «Just for one cigarette». Solo per una sigaretta. Sono le quattro parole che Hazdrad Bilal, 23enne afghano, ripete piangendo seduto sul marciapiede. Siamo all’angolo tra via Mazzini e Borgo Sant’Antonio, sono da poco passate le 19. Il viso del giovane richiedente asilo è una maschera di sangue. L’arcata sopraccigliare, la tempia destra, le labbra e il naso. La maglietta bianca, con lo stemma del Friuli Venezia Giulia, completamente irriconoscibile. Addosso i segni di un’aggressione brutale, senza senso. Ma non un fatto isolato, purtroppo, in una zona di Pordenone diventata troppo spesso teatro di episodi simili. 


I FATTI
Il pestaggio era avvenuto poco prima, non lontano da lì. Qualche metro. A raccontarlo, la vittima dell’aggressione. Parla inglese, Bilal. Dice di essere «un rifugiato che vive da amici e che da due anni è stabile a Pordenone». Con la voce disperata e gli occhi ancora terrorizzati, spiega cos’è successo. «Stavo camminando da solo in direzione di piazza Cavour», è la prima spiegazione del giovane afghano. «Alcuni ragazzi di colore mi hanno chiesto una sigaretta e gliel’ho data, poi mi hanno aggredito». Apparentemente senza alcun motivo. La sigaretta l’avevano avuta, ma evidentemente non bastava. «Mi hanno preso a pugni», confessa ancora Bilal. E i segni si vedono tutti, perché il 23enne continua a sanguinare mentre viene assistito dai primi passanti e da un conoscente che parla la sua stessa lingua e che ripete «era già successo qui, nella stessa zona». Non con la stessa vittima, però. 


LA FUGA
Nel settore di via Mazzini più vicino a piazzetta Cavour, invece, va in scena la seconda parte del quarto d’ora di violenza. Un gruppo di una decina di persone (ci sono molti ragazzi di colore, ma anche un ragazzo e due ragazze con la pelle bianca) si ferma nei pressi del Caffè Nuovo, all’angolo con corso Vittorio Emanuele II. Urlano rivolti verso l’angolo in cui poco prima è avvenuto il pestaggio, in mano hanno quasi tutti una bottiglia di whiskey e una di coca cola. Lo stato di alterazione alcolica è evidente. C’è chi è in mimetica e chi in tuta e chi - ancora senza motivo - dà pugni alle poche auto parcheggiate. Il gruppo staziona all’ingresso di una banca per qualche minuto, poi forse intuendo che le cose si stavano per mettere male, inizia la fuga. Alcuni scappano prendendo la direzione di corso Garibaldi, altri invece scelgono via Brusafiera per provare a far perdere le proprie tracce. Un gruppo, quello individuato tra via Mazzini e piazzetta Cavour, di cui farebbero parte alcuni elementi già protagonisti di episodi di violenza. Anche nella stessa zona, come accaduto a febbraio sempre in viale Mazzini. 


L’INTERVENTO


Tra la stessa via Mazzini e Borgo Sant’Antonio sono intervenuti i carabinieri di Pordenone, che hanno effettuato i primi rilievi e si sono messi subito sulle tracce del gruppo responsabile del pestaggio. Sul posto anche un’ambulanza, con il personale sanitario che ha caricato a bordo il 23enne afghano per trasportarlo in pronto soccorso. Il resto del centro passeggiava prima di cena, solo lambito dalle urla di un ragazzo insanguinato.

 

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Il Gazzettino