PORDENONE - Hanno tentato la fortuna assieme, per oltre 10 anni, sperando che il Superenalotto cambiasse le loro vite. Il 7 aprile del 2012 la fortuna ha scoccato una freccia da...
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La pubblica accusa sostiene che la vincita andava divisa con gli altri cinque giocatori e ha chiesto una condanna a 9 mesi. La parte civile - si sono costituiti con l’avvocato Eros Palei in quattro (Bruno Capovilla, Paolo Corradini, Stefano Cusini e Constantin Iancu) - chiede un risarcimento di 67.535 euro per ciascun operaio, oltre a 20 mila euro per i danni morali.
L’avvocato difensore Livia Diomede ritiene che non ci sia alcun appiglio per condannare Cordenons e, soprattutto, ricorda al giudice che gli accordi di gioco non sono tutelati dalla legge. Certo, vi è un obbligo morale, ma non c’è alcuna norma che lo disciplini, pertanto Cordenons non è imputabile. Il giudice onorario Andrea Scorsolini emetterà la sentenza a fine febbraio, dopo che il processo è stato rinviato per eventuali repliche.
Che cosa è successo il 7 aprile 2012? È successo che finalmente è uscita la combinazione giusta, Cordenons incassa la vincita ma non divide. Perchè? L’uomo si difende dicendo che gli amici da due mesi non versavano le quote per le giocate (20 euro ciascuno al mese) e che lui aveva continuato a scommettere per conto suo. Gli amici insistono: «Abbiamo sempre pagato la quota, il gruppo non si era sciolto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino