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PORDENONE - L'auto che la notte del 21 agosto scorso ha travolto Giovanni Zanier, il 15enne di Pordenone ucciso sulla pista ciclabile che si sviluppa attorno alla rotonda di via Roveredo, a Porcia, sarebbe piombata sul ragazzo a circa 65 chilometri l'ora. A ipotizzarlo è la perizia depositata dall'ingegner Pierluigi Zamuner, a cui la Procura si è affidata per ricostruire la dinamica dell'incidente. Il consulente del sostituto procuratore Andrea Del Missier conferma sì la ricostruzione fatta dai carabinieri del Radiomobile del Pordenone, ma non riesce a stabilire a quale velocità la ventenne Julia Bravo, soldatessa texana in servizio alla Base Usaf di Aviano, abbia affrontato la rotatoria. Vi sarebbe stata infatti una dispersione di velocità nel corso della manovra e quando ha scavalcato il cordolo della pista ciclabile, che ha poi percorso per qualche metro prima di investire Giovanni Zanier che camminava portando a mano, alla sua destra, la bicicletta di un amico. Ha finito la corsa abbattendo il palo della segnaletica in prossimità dell'attraversamento pedonale e fermandosi ad alcuni metri di distanza in mezzo alla strada.
La tragedia
Julia Bravo è indagata per omicidio stradale ed è agli arresti domiciliari nella Base Usaf di Aviano.
La perizia
La famiglia Zanier, tutelata dall'avvocato Fabio Gasparini, ha nominato come proprio consulente l'ingegner Mario Pozzati. «Nella ricostruzione - osserva Gasparini - si evidenzia che l'automobilista non è riuscita a concludere il percorso all'interno della rotatoria. Dopo aver scavallato il cordolo, ha proseguito travolgendo il ragazzo da dietro. Non si capisce a quale velocità sia stato investito, secondo il consulente del pm a non meno di 65 all'ora. Adesso sarà importante capire come vorrà procedere la Procura». Chiederà il giudizio immediato per omicidio stradale?
«La perizia - afferma il difensore della soldatessa, l'avvocato Aldo Masserut - conferma che la velocità dell'auto non era eccessiva. Al massimo, come rileva il nostro consulente, l'ingegner Carlo Gava, poteva andare a 67 chilometri l'ora, velocità che si avvicina a quella indicata dal consulente della Procura». È una circostanza confermata anche da una testimone che viaggiava dietro la Volkswagen Polo. Julia Bravo avrebbe percorso il rettilineo di via Roveredo a velocità molto moderata per poi accelerare, inspiegabilmente, all'altezza della rotonda, un comportamento che lascia spazio all'ipotesi che anziché premere il pedale del freno abbia pigiato sull'acceleratore perdendo poi il controllo della guida e travolgendo il quindicenne che camminava sulla pista ciclabile.
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Il Gazzettino