OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PORCIA (PORDENONE) - Un anno fa l’agguato nel sottopasso di via Dante teso a un 18enne che si è difeso a coltellate, ferendo al torace un coetaneo poi finito in Rianimazione. Furti e danneggiamenti in oratorio e alla sagra durante l’estate. E, domenica sera, un adolescente che sentendosi bullizzato ha reagito sparando contro un ragazzino con una pistola a molla, ferendolo al torace e alla nuca. Ancora episodi di violenza giovanile a Porcia. Episodi che mettono a rischio l’incolumità dei ragazzi e preoccupano la comunità. A ricostruire la lite sarà la Polizia di Stato, che ieri mattina ha informato la Procura per i minorenni di Trieste.
BULLI
L’aggressione potrebbe nascondere un caso di bullismo. I poliziotti della Squadra Volante stanno sentendo i ragazzi e i loro genitori per comprendere che cosa abbia scatenato una reazione così violenta domenica sera.
LA GIUSTIFICAZIONE
Le versioni sono contrastanti. «Abbiamo bussato, ma lui non voleva scendere», hanno riferito i ragazzini che erano in strada. Il minore che ha sparato sostiene invece di essere vittima di bullismo e di aver reagito quando ha visto che uno dei ragazzi aveva con sé una mazza da baseball. I poliziotti, che dopo l’allarme al 112 sono arrivati in via Rivierasca nel giro di pochi minuti, non hanno trovato né bastoni o né mazze. Hanno sequestrato la pistola giocattolo e identificato i tre ragazzini. Nelle vicinanze c’era un altro gruppo di minorenni, risultato estraneo alla vicenda.
IL SINDACO
Il sindaco Marco Sartini, ieri in costante contatto con il questore Luca Carocci, non nasconde la sua preoccupazione. «È chiaro che questo ennesimo episodio mi preoccupa - afferma -. È il trascinarsi di problemi che hanno cominciato a manifestarsi negli ultimi mesi nel post pandemia, come l’accoltellamento avvenuto nel sottopassaggio ferroviario di via Dante un anno fa. Adesso nei confronti dei ragazzi coinvolti in questa faccenda si è intrapreso un percorso di attenzione da parte delle forze dell’ordine. Verranno tenuti sotto osservazione e controllati.
Nell’ottica di questo messaggio l’amministrazione ha organizzato nei mesi scorsi degli incontri con pedagogisti, dietisti, sessuologi e anche con Paolo Crepet, il più famoso sociologo ed educatore in Italia, proprio parlare con i genitori di questo problema. Perché sono loro che devono educare i propri figli. Non si può lasciare un sedicenne senza guida e fargli fare quello che vuole perché poi rischiamo di ritrovarci un 26enne che continua a comportarsi così, ma adoperando strumenti più pericolosi di una pistola ad aria compressa. All’educazione dei propri figli devono pensarci i genitori, il problema è che manca il controllo della potestà genitoriale sui figli».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino