VENEZIA - I timori sulla solidità dei viadotti della Lombardia mettono in pericolo l'economia dei porti del Veneto. Per questo le due Regioni hanno deciso di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È di ieri la notizia che la commissione voluta da Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, ha concluso la relazione sul crollo del cavalcavia di Annone Brianza, avvenuto lo scorso 28 ottobre lungo la Milano-Lecco, causando la morte di un automobilista. Secondo gli esperti il manufatto sarebbe collassato proprio sotto il peso di un trasporto eccezionale di 107,5 tonnellate, a causa di un mix di incuria nella manutenzione e rimpallo nelle competenze. Ma sempre ieri, al ritorno da un incontro a Parma con l'omologo lombardo Massimiliano Romeo e con una rappresentanza di autotrasportatori, il capogruppo leghista veneto Nicola Finco ha depositato una mozione per chiedere sostanzialmente ad Autobrennero di non fermarsi alle limitazioni alla circolazione sui viadotti che solcano l'A22 dalle ex statali Padana Inferiore, Alto Polesana e Romana, così come comunicato alle aziende che avevano chiesto alla Provincia di Mantova l'autorizzazione al transito dei rispettivi carichi.
«Capiamo la preoccupazione per la staticità dei ponti - dice Finco - e pensiamo che i gravissimi incidenti accaduti richiedano un nuovo e potenziato piano di manutenzione della rete stradale. Ma il tema della sicurezza dei sovrappassi non può essere liquidato con la semplice chiusura totale ai trasporti eccezionali, peraltro non accompagnata da controlli e verifiche puntuali sulle infrastrutture interessate, lasciando a non si sa chi o che cosa la soluzione. Oltre a non tutelare l'incolumità degli utenti della strada, si penalizzano le imprese che producono e trasportano materiali di grandi dimensioni e i porti che li ricevono».
Gli imprenditori del settore hanno spiegato di non avere alternative agli scali di Marghera e Chioggia, poiché Livorno e Genova sono serviti solo da reti autostradali. La mozione chiederà così alla giunta veneta, la cui assessore Elisa De Berti è già in contatto con il collega lombardo Alessandro Sorte, di attivarsi su due fronti: quello romano, per sensibilizzare il governo a stanziare le risorse necessarie alla manutenzione, e quello trentino, per convocare Autobrennero ad un tavolo di confronto. Da parte loro le società di trasporti eccezionali si sono già dette disponibili a «effettuare a loro spese verifiche statiche anche approfondite», pur di riottenere quanto prima il nulla osta al transito.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino