Allarme bracconieri, sequestrata una rete sul Piave e decine di pesci liberati

Allarme bracconieri, sequestrata una rete sul Piave e decine di pesci liberati
PONTE DI PIAVE - Una rete da pesca sul Piave con decine di pesci intrappolati. È quella scoperta nel fiume a Ponte di Piave dalla Fipsas. I volontari si sono appostati...

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PONTE DI PIAVE - Una rete da pesca sul Piave con decine di pesci intrappolati. È quella scoperta nel fiume a Ponte di Piave dalla Fipsas. I volontari si sono appostati in attesa dei bracconieri per stanarli, ma l’attesa è stata vana. Così hanno liberato i pesci e sequestrato la rete, presentando denuncia ai Carabinieri del Nucleo forestale.

LA SEGNALAZIONE

Il ritrovamento è avvenuto verso le 7,30 di ieri, come ha spiegato Tommaso Cappuccio, responsabile del corpo di Vigilanza del Comitato Provinciale di Treviso Fipsas, realtà composta da una quarantina di guardie ittiche volontarie. «A quell’ora – dice Cappuccio – alcune nostre guardie volontarie stavano eseguendo un servizio di controllo programmato. E hanno trovato La rete lungo il fiume Piave, all’altezza di Negrisia. Visto che si tratta di una zona dove i bracconieri sono molto attivi, abbiamo cercato di attendere l’arrivo di qualcuno, magari proprio del responsabile che ha piazzato la rete in quel punto».

CACCIA AI RESPONSABILI

«Avremo voluto cogliere sul fatto i responsabili - continua Cappuccio -. Perché qui abbiamo avuto altre segnalazioni, ma in passato siamo giunti quando già i bracconieri se l’erano già svignata. Questa volta siamo almeno riusciti ad individuare la rete». Dei responsabili però nessuna traccia neanche. «Abbiamo impiegato le nostre guardie quasi tutta la mattina, attendendo l’arrivo di qualcuno fino alle 11. Ma a quel punto era sorto un altro problema. Se avessimo atteso ancora, rischiavamo seriamente che il pesce intrappolato nella rete morisse». Nella rete c’erano dieci cavedani, alcuni esemplari anche da tre chili, una decina di scardole e qualche altro pesce di piccola taglia. Sono stati tutti rilasciati, ancora in vita fortunatamente. «Abbiamo naturalmente sequestrato la rete e redatto un verbale contro ignoti. Abbiamo trovato anche delle tracce, ma troppo generiche. Potevano essere orme anche di cacciatori visto che oggi (ieri, N.d.A.) è partita la stagione di caccia». Il problema è che non si tratta di un caso eccezionale, a quanto pare, almeno nella zona di Negrisia. «In quest’area abbiamo avuto diverse segnalazioni, per questo ieri avevamo eseguito un controllo proprio qui. Si tratta di una zona ideale per i bracconieri. E dunque sarà sempre più una zona “calda” per i controlli della Fipsas, visto che il pescatore di frodo non si fermerà qui. Di certo i controlli continueranno anche nelle prossime settimane». 

 

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Il Gazzettino