Pomodori per merenda a scuola: «In gennaio è contro natura»

Pomodori per merenda a scuola: «In gennaio è contro natura»
«A scuola pomodorini in gennaio? Contro natura». Dimitri Feltrin, vice sindaco di Trevignano, ha fatto dell'amore per la terra e per la coltivazione dei campi una...

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«A scuola pomodorini in gennaio? Contro natura». Dimitri Feltrin, vice sindaco di Trevignano, ha fatto dell'amore per la terra e per la coltivazione dei campi una ragione di vita. Per quella terra ha rinunciato al lavoro fisso, su quella terra ha scritto la tesi della seconda laurea, per coltivare quella terra fa i salti mortali fra mille impegni. Pertanto, la pepata critica a chi ha organizzato il progetto volto a promuovere, nei bambini, la consumazione di frutta e verdura, è coerente e logica. 


A finire sotto accusa è, nello specifico, il Ministero delle Politiche agricole e chi ha declinato, a livello locale, il progetto Frutta e verdura nelle scuole. Che è stato adottato, quest'anno, solamente da tre elementari su quattro del Comune di Trevignano. Se, infatti, Trevignano, Musano e Falzè hanno detto sì, non lo ha accettato Signoressa, che dopo l'esperienza dello scorso anno, per quello in corso ha votato contro. Ma cosa è successo? Ai bambini di Trevignano, giovedì, sono stati offerti, come merenda, dei pomodorini ciliegini. Arrivati in ritardo e quindi consumati dai bambini nelle proprie case. Quei pomodorini, di sicuro, sono stati coltivati in serra non proprio a chilometro zero. Ecco allora lo sfogo del vice sindaco. 


«Mangiare pomodorini in gennaio -ha detto e scritto sul web- è contro natura. Mi chiedo come faccia il Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari a vederci una qualsivoglia finalità educativa. Per educare i ragazzi a una sana alimentazione si offre loro un prodotto completamente fuori stagione, in arrivo da chissà dove, cresciuto probabilmente in serre riscaldate con enorme dispendio di energia, magari trattato per conservarsi più a lungo, e confezionato in scatoline di plastica. Solo io ci vedo un paradosso?». Poi il suggerimento. «Non sarebbe meglio educare i nostri ragazzi a consumare prodotti di stagione, magari coltivati vicino a casa, magari con metodi a basso impatto ambientale, e magari senza generare rifiuti potenzialmente inquinanti?».

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Il Gazzettino