Denunciato in Russia per percosse al bimbo adottato: «Non è vero»

Denunciato in Russia per percosse al bimbo adottato: «Non è vero»
VOLGOGRAD - Un cittadino italiano, Odesio Manarin, è stato denunciato per percosse perché avrebbe malmenato un bambino russo di 8 anni dopo aver firmato i documenti...

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VOLGOGRAD - Un cittadino italiano, Odesio Manarin, è stato denunciato per percosse perché avrebbe malmenato un bambino russo di 8 anni dopo aver firmato i documenti necessari per finalizzare l'adozione del minore. Il fatto è avvenuto a Volgograd. L'uomo, stando alle informazioni diffuse dai media russi, è il comandante della Polizia locale di San Quirino. Manarin, che è accompagnato dalla moglie, nega di aver picchiato il ragazzo ma solo di aver impedito che finisse in mezzo a una strada trafficata.


Il bambino - che non avrebbe problemi psichici come sembrava in un primo momento - è stato affidato ai Servizi sociali e la custodia è stata sospesa. La coppia è assistita dal consolato di Mosca che è stato subito informato dei fatti ed è in costante contatto con i connazionali. «Siamo parlando di una persona esemplare - spiega il sindaco di San Quirino Corrado Della Mattia - che ha sempre fatto della conciliazione il principio guida della propria professione, mettendo sempre in primo piano i rapporti interpersonali. Ha due lauree e sta inseguendo da molto tempo il sogno di adottare questo bimbo. Secondo quanto mi ha riferito prima di partire - ha proseguito il sindaco -, era persuaso che questa volta fosse quella buona. Per lui e la moglie questa era diventata la principale ragione di vita: stiamo parlando di un bimbo che ha avuto straordinarie disavventure, un orfano per il quale Odesio stravede e per il quale sta facendo ogni cosa per portarlo a casa».


«Per noi è una situazione assolutamente inedita» è la reazione di Aibi (Amici dei Bambini), l'ente che sta seguendo l'adozione del bambino russo da parte dei coniugi friulani Manarin: la coppia in queste ore è seguita dagli avvocati e dal capo rappresentante dell'ente stesso, oltre che dal suo personale locale. La versione a conoscenza dell'ente è la stessa fornita da Manarin, e cioè che non ha picchiato il bambino, ma lo ha strattonato per evitare che finisse in strada. I coniugi Manarin sono al loro terzo e ultimo viaggio in Russia, come prevedono le complesse procedure adottive di quel Paese. Quest'ultima trasferta era servita per preparare la documentazione necessaria per l'espatrio del bambino adottato. E finora, assicura Aibi, non erano emersi problemi. L'ente smentisce anche che il bambino soffra di particolari problemi psichici: «Ora  ci è stato detto che le autorità russe dovranno decidere, entro 7 giorni, se annullare o meno l'adozione».
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Il Gazzettino