Troppo grasso per fare il medico: la Polizia lo "boccia", ma la bilancia era sballata

Esami di idoneità
VENEZIA - Troppo grasso per fare il medico della Polizia di Stato. Così aveva stabilito la commissione per l’accertamento dei requisiti psicofisici, ritenendo un...

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VENEZIA - Troppo grasso per fare il medico della Polizia di Stato. Così aveva stabilito la commissione per l’accertamento dei requisiti psicofisici, ritenendo un giovane specialista di Padova non idoneo al concorso per l’assunzione di 42 camici bianchi. Ma dopo una battaglia giudiziaria, il professionista è riuscito a dimostrare di essere in perfetta linea: evidentemente era la “bilancia” della selezione a risultare sballata.


IL PESO
Il bando prevedeva che i candidati maschi dovessero essere in possesso dell’idoneità fisica, psichica e attitudinale prescritta per l’accesso alla carriera dei funzionari di Polizia. Fra i vari parametri da rispettare, per gli uomini era stata indicata una percentuale di massa grassa nell’organismo non inferiore al 7% e non superiore al 22% (per le donne fra 12% e 30%). L’accertamento impedenziometrico eseguito l’8 ottobre 2020, e ripetuto l’indomani, aveva però evidenziato un peso di 79,9 chilogrammi e una massa grassa di 22,3, dunque ben oltre il limite prescritto. Perciò era scattata la bocciatura.


IL NUOVO ESAME
Il 3 novembre il medico si era sottoposto ad un nuovo test in «una struttura sanitaria pubblica della Regione Veneto», come riassume il Tar del Lazio nella sentenza pubblicata ieri, riportando un peso di 75,6 chili e una massa grassa di 11,4%. A quel punto il giovane aveva presentato ricorso e a dicembre il Tribunale amministrativo regionale lo aveva ammesso con riserva, ritenendo che la valutazione di inidoneità impugnata presentasse «indici di inattendibilità». I giudici avevano anche disposto che il ministero dell’Interno riesaminasse il caso sotto il profilo della composizione corporea, «mediante un nuovo esame impedenziometrico a cura di una commissione in diversa composizione». Alla fine l’esito era stato positivo, «in quanto i parametri rilevati risultano compatibili con l’idoneità psico-fisica», al punto che lo specialista era stato dichiarato vincitore, ancorché sempre in via provvisoria, per cui è stato necessario attendere il verdetto.


IL GUASTO
Verrebbe da chiedersi se il candidato, a distanza di settimane dai primi controlli, non si fosse semplicemente messo a dieta, fino a rientrare nei ranghi. Ma la spiegazione dell’interessato è tutt’altra e cioè che «il referto dell’esame svolto in sede concorsuale sarebbe pieno di errori e di inesattezze». Da un lato il peso misurato era sbagliato, «probabilmente per un cattivo funzionamento del macchinario usato». Dall’altro la differenza di 10,9 chili nella massa grassa riscontrata è «superiore anche alla variazione di peso, per cui non potrebbe essere imputata al dimagrimento».


Alla fine il Tar ha accolto la sua tesi, rimarcando che «il riesame eseguito dall’amministrazione», in esecuzione dell’ordinanza cautelare, «non ha fatto altro che comprovare la manifesta inattendibilità della valutazione negativa impugnata». Pertanto il dottore, in gran forma, è stato ammesso nella Polizia.

 

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Il Gazzettino